A Porto Cesareo: sotto la pioggia

Porto Cesareo, Le. 11 8 2015 foto Borrelli Romano    Come gia’ scritto altre volte un senso di romanticismo coglie buona parte dei turisti, nei posti di mare, quando i tuoni annunciano pioggia e il cielo e le nuvole sospingono carichi d’acqua che chissa’ dove saranno “rovesciati” come secchi d’acqua. Il tutto mentre tutti, turisti e indigeni si domandano se sia meglio chiudere tutto, infilarsi in macchina e riprendere la via del ritorno o se sara’ soltanto un capriccio “temporale”, uno di quelli estivi, veloci e passeggeri come certi amori adolescenziali. E mentre tutt* recuperano le idee sul da farsi il mio incedere, infradito ai piedi,  si imbatte in un grande personaggio del luogo, gran “ricamatore” storico di “pelle” come di storie di questo magnifico posto. Dove puo’ succedere che di tanto in tanto uno si faccia male. “Dottore buongiorno”, e mentre lo dico allungo prima un ginocchio e poi l’altro, esibendoli come trofei.”Questo è il mondiale del 1982 e l’altro del 1986″. Si china con occhi attenti perizia e diligenza. Gli butta un occhio e dalla sapienza e saggezza dei suoi 80 scruta le ginocchia e mima le mani e le dita e pare stia ancora disinfettando  e fasciando. Sono due piccolissimi “punti” ma con occhio “clinico” li riconosce. “Basta così”, gli dico. Il ricordo fa ancora male. E lui attacca: “In quei giorni…” e pare un predicatore della domenica o una donna che proprio  in quei giorni…Poi, esce di casa la figlia. Mi presento: “sono uno dei tanti “ricamati” dal dottore: a becco di rondine, a punti, fasce, h 24 festivi compresi. Ovviamente, mi capitava, tanto per rovinarmi le vacanze” .Lei si presenta. Un cervello in fuga, zona centro settentrionale, settore medicina. Adora il dialetto leccese, mi dice, anche se parla italiano. “Ormai sono anni che risiedo su”. Il dottore addenta una puccia, qualche tarallo nell’altra mano.E’ seduto. Allunga il tutto con gentilezza e garbo salentino.”Vuole favorire?” Tutte le mattine lo si puo’ trovare li, estate e inverno, autunno e primavera. Scruta il mare, il porticciolo e saluta quanti corrono verso un riparo, oggi,  prima che il diluvio si faccia strada, fra me e mio padre  e noi due non saremo mai Mosè. Sembra un marinaio, e forse a suo modo lo e’ stato. Guardo nei suoi occhi e penso quanta “storia” avranno ricamato le sue mani, prima e dopo di me. E quanti figli avra’ fatto nascere e a quanti avra’ fatto da padrino. I suoi occhi scrutano oltre, il mare. Poi, come risvegliatosi di colpo, mi chiede:”Tu, sei sempre del Toro?” Mi stupisce, parecchio, ma lo stupore aggiunge stupore quando mi domanda dell’altra cicatrice. “Quale?” Domando. Lui mi guarda dritto negli occhi e sorridendomi dice:”Quella che tutti quando passano mi nascondono. Quella del cuore”. Sono in macchina, sulla via del ritorno. Traffico impazzito, tutti che ritornano verso i paesi e le case. Diluvia.Tuoni e lampi e campi che inghiottono campi. Gli ulivi sono uno spettacolo nello spettacolo.

Non era un temporale estivo e così pensando poso la mano sul cuore. L’altra sui ricami delle ginocchia. Cioè, delle storie.

Porto Cesareo, Le. 11 8 2015 foto Borrelli Romano.Porto Cesareo, Le. Foto Borrelli Romano.11 8 2015