Ancora dai Cappuccini

20150710_163414Terminato il lavoro attraverso velocemente il mio quartiere, solcando e disegnando sul suo suolo con le mie emozioni. Entro da Alberto il giornalaio. Chiedo un biglietto del tram, di quelli commemorativi, don Bosco e la Sindone. “Un euro e cinquanta”, mi dice. Porgo le monetine, scendo i tre gradini che separano il suo negozio dal manto stradale e vado verso la fermata del tram. Tre fermate e sono a Porta Pila. Un incontro di storia e geografia. Dai finestrini aperti sento una babele di lingue. “Vivi, vivi”, chi vende le olive. “Due eulo” chi vende la frutta dagli occhi orientali. Qualcuno intona la Marsigliese. E poi profumi e odori che invadono questo carrozzone, mentre io, intento a recarmi ai Cappuccini, osservo, rifletto, ripasso storia e geografia. Personalizzandola. Mi ripeto che forse scrivere di  storia è  un po’ come incasinare la geografia. Ripenso alla storia recente, personale. Le ultime ore,  prima della discussione tesi sono state anche quelle speciali. “Personalmente credo”. “Mentre iI mio quartiere si colorava dei miei colori delle mie emozioni. Al mio passaggio, contaminandoci vicendevolmente.” Valdocco. “Che bella Chiesa” ha esclamato lo zio Vito mentre con la macchina tagliavamo a fette pezzi di storia. E intanto mentre pensavo a come prendere l’abbrivio del discorso ripensavo a come pezzi del mio quartiere si erano trasformati in una sorta di cattedrale e  forse stava andando in scena una messa laica che si celebrava dopo neanche una parentesi graffa di neanche 5 anni.  Parentesi. Al cui interno un’altra quadra ne conteneva lavoro studio e frequenza di “mercanti di luce” dove rovesciare grandi quantitativi di “perché “. Parentesi tonde da sviluppare e ai loro esterni,   parentesi piu belle di amore,  di “treccia”,  di trecce, di occhi scuri,  mare e cuori, disegnati in ogni orizzonte. Talvolta si e’ corso il rischio di evaporare ma alla fine è  stato il cuore che ha dettato il ritmo e tenuto tutto, al cuore di tutto. Forse non è stata una suonata di una meravigliosa orchestra 20150710_110347ma sintesi  di una robusta realta’,  bhe’,  questo si. Ah! Come sono belli i sogni quando si realizzano. E perché  no,  anche quando si pensa e si immagina di sentirsi un pichino all’altezza nel poterli realizzare…. a costo di! Sogni che viaggiano,  scrissi qui sopra,  agosto 2014. Eh si,  la vita “le’ bela,  le’ bela’”. Torino passa velocemente al mio passaggio: le vele dell’universita’, il gasometro, il fiume, piazza Vittorio, la Gran Madre, ancora la scarpinata. Pantaloncini hipster,  scarpe stringate,  macchinette digitali e macchine che io non ho e che queste si,  mai sognate. Ma intanto risalgo. Faticosamente. Col cuore. La vetta, finalmente raggiunta! Che bella Torino da quassu’… con la storia che…. mi piace rileggere. Ammiro, contemplo e leggo la storia. Il tempo avanza. Per un attimo mi sembra di essere a Urbino. Inavvertitamente pronuncio:”ma dove sei? ” E’quasi ora di rientrare. Da piazza Syntagma ci sara’ un discorso….non lo voglio perdere. 20150711_113547

1 commento su “Ancora dai Cappuccini”

  1. Mi piace il tuo articolo,anzi,tutti sono belli,e in tutti c’è di tutto, in questo ultimo c’è perfino un’accenno all’anniversario di rivoluzione francese,giuxtamente,14 luglio…. i sono accenni al cuore,amore,occhi a mandorla che osservano…insomma,è una espressione dalle parentesi graffe,quadre,tonde…..non hai tralasciato niente, la bellezza di quella chiesa,il monte….e poi le scarpinate,di tanto tempo fa,in montagna! Concludendo con una cosa bella ,recente,una vittoria, i SOGNI che si avverano……è bello quando i sogni si avverano!…..non ti fermare romano! continua a scrivere! Vinny

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