Chissa’ “cosa sara’ degli oltre 130 mila precari nella scuola, visibili nelle intenzioni, buone chissa’quanto e come, della “scuola buona” o ” della buona scuola”, chissa’ se a, b, c, d integreranno o lentamente sostituiranno pezzi di storia come le pagelle…chissa’…di pensiero in pensiero gli occhi si levano poco oltre la lavagna….”istruitevi, studiate….”.La leggi, la rileggi. Poi, rimetti tutto a posto, per domani. Le matite, smozzicate, i fogli lasciati sui banchi, racconti di storie e di storia, raccolti come documenti. Gli schiamazzi sono oltre, dispersi per poche ore lungo le loro strade, fino a domani, quando si raccoglieranno ancora e ancora in forme ricomposte, con orari appena modificati. “Il consiglio di Istituto ha deciso e modificato….”. La lavagna, pulita, i gessi, le lettere ed il loro studio, un po’ di solitudine e tanta voglia di….disegnare. Sono li, a portata di mano. “Ma che ti piacerebbe fare, o, che ti sarebbe piaciuto fare, ora che sai come sono andate le cose?”” Studiare lettere”.” E tu?”Mi domandava prima di ritornare sulla via del rientro con un treno a due passi da noi. Silenzio e penna in mano, qualche foglio sdraiato sul tavolino di un bar dopo una fugace colazione. Un attimo di silenzio e poi, nell’atto di prendere penna e foglio, servivo la mia risposta: “disegnarti gli occhi, ogni giorno, cosi belli, intensi, scuri, cosi sempre addosso.Cosi belli, cosi tuoi. Cosi un po’ miei”.
bellissimo articolo e si denota un amore per la scuola e il servizio che rende. bello davvero Romano. si vede che quando lavori respiri aria di scuola e che vivi empaticamente con quanti si muovono li dentro…bravo. lo stiamo leggendo con alcuni del quartiere. piu snello degli altri articoli ma piu….intimo, personale, vero. con “sfumature” tra immaginazione e realtà……….quegli occhi neri che descrivi sembrano quasi veri, vissuti. bravo.
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Un foglio di carta, un cuore, una penna che continua a disegnare, pensieri, e chi li osserva nel loro fluire, nel loro cucirsi, tutti insieme, la mano si alza al termine dell’immresa, gli occhi pure. Sono belli…un sogno ben sognato che si tradisce e permette di svelarne la finzione….Il treno ha fischiato….
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Sì nota un amore per la scuola sconfinato.un’ attenzione a tutto quel che e’ scuola anche i muri. Caro Romano a dire il vero mi e’ piaciuto molto il pezzo sull’amore e idea dell’amore e quel dialogo fra due innamorati probabilmente che riflettono e si parlano. E’ davvero bello il dialogare tra coppia….e’ bello che tu abbia terminato il pezzo con una poesia di 5 superiore e che pochi avranno colto grazie alla tua capacita’ di celare…..ciuff ciuff il treno….bravo Romano. Ho saputo per altre vie dei tuoi tanti studi…bravo. Ps. Ma la penna che desideri col moleskine sono poi arrivati?
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grazie… Niente moleskine e penna, nonostante…… La prima la aspetto da un po’……….con ansia…………era bella……………..davvero…………La poesia è una di quelle studiate in quinta, Il treno ha fischiato. Quando non fischia solo il treno ma anche il vento, davanti al mare, nell’intento di restituire qualche ramo con cui scrivere sulla sabbia, bavero alzato, nell’intento di ripararsi da quello, dal freddo e dalle fredde parole, con gli occhi arrossati, da granelli di sabbia e da un arrivederci velato, prima che il treno abbia fischiato. La strada è lunga, è stata lunga. Di tanto in tanto ci si riavvicinava. “Cosa avresti voluto fare?”, chiese lui. “Medicina”, rispose lei. “Perché?”. “Perché—l’uomo sostanzialmente è cattivo, e quando sta male, forse inconsapevolmente, lo è ancora di più. Ecco, mi piacerebbe, o mi sarebbe piaciuto, diventare una brava dottoressa per curare tanto malessere”. Ora, un libro tra le mani: Celine…………Chissà il mare…….NO, non si contrabbandavano parole e noi non eravamo frontiere.
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