Dopo la Mole Antonelliana e Palazzo Reale, decidiamo, insieme a Luca e Leonardo che l’esperienza debba prendere piede e aereo, come una volta, a cena. E prendere, anzi, riprendere quota. Mi è sempre piaciuta l’idea di un tempo, dove, al rientro dal lavoro, all’ora di cena, ciascun membro della famiglia, a turno, leggeva una poesia. Scelta. Forse quando non c’era la televisione, e nemmanco i cellulari.
Oggi ripetiamo l’iniziativa In trattoria. Provando inoltre a lasciare in omaggio a ciascun cliente una poesia, a in compagnia delle oliere e del libro dei… menu. Così, depositata, sui tavoli. Presto a far compagnia. Pronta per essere aperta e letta. Come un fiore. Per questa volta ci siamo limitati a donare la medesima poesia su tutti i tavoli disposti nel locale. Poesie aeree per cena. Il gioco serio consiste nel vedere l’espressione di quanti avrebbero trovato questo gradito ospite. Una poesia. E che poesia. “Double-face”. Mi interessava vedere la reazione di quanti, per una sera, avrebbero avuto una compagna…di troppo. Per una volta non era la rosa o il solito fiore. Ma un fior di poesia. Il risultato è stato aver visto tanta sorpresa ai tavoli. E quanta soddisfazione. In molti assorti nella lettura di un cartaceo, come non accadeva da tempo. Ormai siamo soliti cenare fuori, in compagnia, ma fuori da quel contesto, conviviale, sempre più immersi a consultare… il nostro cellulare. Questa volta la poesia aerea pare abbia funzionato. Lo scopo in realtà non era solo questo. Le poesie erano in sardo e quindi per l’occasione abbiamo scelto una trattoria sarda, a Torino. Trattoria Primavera, via Perugia 19.
Dimenticavo. Una poesia aerea in .. sardo con traduzione. Per non mangiare sempre…la solita zuppa. Il resto? Lo sapreste presto. Per ora, accontentatevi dell’iniziativa.
Un grazie alla trattoria che si è prestata all’iniziativa e alla diffusione delle poesie.