A guardarla da qua, questa piccolissima fetta di Torino riflessa è impalpabile. Non la prendi per quanto tu possa desiderarla. Certe telefonate sono dolci, lunghe, interminabili e anche quando terminano vorresti non fossero terminate. Mai. Nonostante. Si inflazionano i complimenti, le scuse e…provi a raccontare e porgere questo pezzo di Torino a chi puo’ solo riceverla dalle tue parole. E allora la racconti, come meglio puoi, insieme ai tuoi sentimenti, alle tue parole, che sembrano migliori, smussate da ogni angolo, solo perché le racconti a lei. La dipingi su una tavolozza dai colori accesi, un po’ come chi la descrive, li vivi, ravvivi, la vivi e la ravvivi e la fai vivere ed esplodere, dal desiderio di vederla nel porgerla dall’altro capo del telefono…E ha inizio così…Da un capo all’altro, un filo che relaziona e provi a relazionarti. La porti in dote, dall’altra parte del telefono, perché il cellulare stava per cambiare compagnia, gestore, operatore….Torino sarebbe stata il treno, un treno, una promessa, che brucia. Forse impossibile da mantenere, o difficile da attuare, ma non impossibile certamente. E bella. Bella e impossibile. Inafferrabile un po’ come una parte che la osserva, dopo una lunga telefonata in cui c’era di tutto un po’. C’era una volta, nel telefono, lei. Poi è entrata in un messaggio e non l’ho più…”risentita”. Una sommatoria di interferenze hanno sciupato la comunicazione che poi era la, comunicazione. E ogni volta che guardi la cabina, la pensi e la ripensi. E vorresti sentirla. Come al tempo del miele. Il tempo delle mele. Tu e lei. Le cuffie. Il mondo fuori. E allora quei pochi centimetri di porta gommata della cabina li spingi appena appena. Dentro tu, lo zaino fuori. Entri e fai come quando eri bambino. Tutti intorno ti mettevano tra le mani un telefono, di plastica, e dicevano: “parla, parla, saluta la nonna”. E tu, prendevi la cornetta e cominciavi a parlare e dicevi solo e semplicemente la verità, anche se dall’altra parte non c’era nesuno: “ti voglio tanto bene. Vieni”.
Ma, lo spazio vorrei cederlo ad una lettrice del blog che ha inviato la sua lettera. Quindi spazio e parola ora alla lettrice.
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L’articolo e’ bello.e interessante nelle 2 parti. Molto intendo con venature sentimentali il tuo con una foto che pare un quadro è un amore per una citta’ è o per una donna e bellissima la prima e bellissima la seconda.una storia bella sfumata e possibile.i complimenti da colleghe e colleghi per un tema dicono da strappa coccole.bella anche la seconda parte su piazza Vittorio. E la storia di un amore al tempo delle…cabine.abbiamo visti che qualcosa di simile e’ uscito nel giornale cittadino ma questo che hai lanciato tu e’arrabbiato nostro parere molto più bello e interessante.sapere.le storie di persone e’ davvero interessante.bello sarebbe un articolo sulle cabine fotografiche.
Ps.belli gli articoli sul Salento sul mare e altro. Abbiamo dato una lettura alla rivista Maria Ausiliatrice con i tuoi articoli bella impaginazione e colori e bello il tuo scrivere in un anno importante come questo 2015.complimenti e bravo anche per il saper educare e insegnare attraverso questa tecnologia.
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Grazie. I complimenti fanno sempre bene. Me li prendo. Tutti. Si fatica, si fatica e si fanno sacrifici, che non si vedono.
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complimenti Romano a nome di molti della circoscrizione 7.bravo. articloli belli e interessanti. Poesia anche. ciao da tutti noi della 7
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Grazie per i complimenti. A tutti. La poesia è quella che resta dentro, a volte è difficile trovare le parole giuste per rivestirla di pensieri, sogni, aspirazioni. Trovare le parole giuste, o forse si è capaci di trovarle ma meglio farla germogliare dentro di sé….
A presto
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