Fin dalle prime luci dell’alba, coda perfettamente ordinata per una visita al Museo del Cinema
e una visita mozzafiato da un terrazzo dove esattamente un anno fa venne girato uno dei film piu’ chiacchierati della storia giornalistica locale: un bacio e un amore “lasciati”al cancello. Insieme ad una rosa e al profumo di un amore lasciatoci in eredita’ per molti giorni. Chissa’. Fa freddo nella nostra citta’. Avvolti nei nostri giubbotti ammiriamo e osserviamo. La caccia e’ aperta. Diego verra’ ancora una volta ad omaggiare il suo amore come aveva promesso ricordando in piu di uno, una delle migliori pagine della letteratura del grande Dosto? Le notti bianche…..proprio con questo parallelo la cronista termino’ quell’articolo in una delle ultime cronache cittadine del 2013. Articolo che conobbe un’appendice sulle pagine dello stesso quotidiano torinese e che seppe innescare ampi dibattiti nelle aule scolastiche, condotti magistralmente da attente riflessioni ed analisi da validi insegnanti di lettere.
Un fatto che chiese un’attenta lettura “di classe” e scritto davero con sensibilita’ e classe giuste abbastnaza. Amore di giorno e amore di notte. Sempre in tempo per scriverne e farne. Quante ne avra’ passate ancora, di notti bianche, o in bianco, lungo il corso di quest’anno e quante ancora o anche no ne avra’ passate il nostro Diego, sofferente per quell’ amore dimenticato troppo velocemente?La caccia e l’attesa sono aperte….Occhio quindi, attento e vigile, al passo, dell’amore. Quando passa.
Ps. Un signore, sdraiato sull’erba, meglio, sulla rugiada, giornale in mano, con poca voglia di farsi fotografare, come mi conoscesse da un anno, mi chiede di avvicinarlo, per una “parolina”, mi bisbiglia, alla Dosto. “Perche’ aspettarsi Diego in una riproposizione rituale del gesto, una lettera, una rosa, un parlare con se stesso, all’ombra della Mole?”
Gurarda oltre. “La vede quella biondina, stretta nel suo giubbotto, nel suo golfino che fa tanto La vede quell’ altra, dai capelli scuri?” Probabilmente sono loro, oggi….ieri non era tempo…guardi oltre, Diego probabilmente non dira’ piu’, pubblicamente, più di quanto e’ stato ampiamente detto e scritto, magari, inconsapevolmente….Magari suo malgrado. L’amore e’ proprio vero, e’ un grandissimo mistero.
Ps. Le luci del giorno cedono il posto ai colori piu scuri della sera, una mezza falce in cielo, e’ lentamente cullata, oltre il blu, la sera cede il passo alla notte…sul cancello non vi e’ nessuna traccia di scritto e nessuno e nessuna rosa si e’ palesato ed e’ stata lasciata…forse aveva ragione quella persona sdraiata sul manto di rugiada, ma bisognava crederci fino in fondo. A distanza di un anno si puo’ dire…”quei fabbricatori” di storie “tirati per il naso” (direbbe Dosto) …rimasti al cancello.
ps. Eppure in lontananza i gruppi sostavano proprio in quello spicchio di terra, davanti al cancello, sotto una scritta “Via Verdi”. La curiosita’, sembrava di molti e per molti, ma probabilmente o meglio, certamente, solo e soltanto suggestione. Certamente di quel che si parlava o si ascoltava riguardava Carlo Alberto, Antonelli, costruttore assai noto per i suoi “mutamenti” in corso d’ opera, dell”800, di don Bosco, della costruzione in muratura piu’ alta fino al 1953 ( chissa’ se si e’ parlato anche di Legge truffa, mha’), tempietto, ebrei, terrazzo, angelo, stella, balconcini, 58 secondi, ascensore, pancia, di quando lei venne la prima volta e lui le regalo’ un tramonto, nella tazza, ovviamente…
Oggi, li davanti, in attesa, molti avevano La Stampa ripiegata tra le mani, ma non era la pagina di una storia d’amore, declinata in mille sfaccettature e piegata o “ripiegata” alla meglio e riposta nel cassetto piu’ lontano nascosto della memoria. Oggi era il giorno dell’ascensore, della Mole, del contratto e dell’ascensorista. Quella notizia fa parte del passato ma non quei valori che ci parlano ogni giorno. Cosa e’ rimasto un anno dopo? Bhe’, prima o poi, un giro in ascensore e una passeggiata sul terrazzo della Mole, lo rifaro’.
Ps. Il Pam, ai piedi della Mole, era aperto. Tre gli scaffali, di tanto in tanto si aggirava qualcuno, per comprare un panettone, una bottiglia di vino o spumante e festeggiare, magari all’ ombra della Mole, o, chissa’, sul terrazzo della Mole. Che magnifica idea, pero’.
Le foto sono molto belle, molto d’effetto, le luci su Torino… …….. ricordo Diego e Marilisa, ricordo la storia!…..non è tornato Diego….ma perchè tornare? oppure è tornato,ma solo da osservatore!………tornerà la neve……..lasciamo che nevichi! Alice nel paese di nebbia
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