In attesa della metro, in una delle due stazioni torinesi, nuova astronave, identificata ormai da lunga pezza come una balena spiaggiata, rilanciata tra le pieghe dei quotidiani cittadini come “pancia da riempire” e “segnalare“. In attesa, in una delle due stazioni della stazione, direzione la Grande Stazione, ancora con il trucco da sistemare. Siamo in tanti, quaggiù, anzi, nel sottosuolo, con le nostre memorie, nelle suole, nei piedi, fotografie di mappe, cartine stradali, cittadine, di ieri, di oggi e domani da farsi. Siamo in tanti e sembriamo tutti diretti verso lo stesso luogo. Molti decisi ad uscire, dalla trincea dello shopping, o rientrare, da quella. Gran caos di borse, zainetti, all’interno di uno dei due vagoncini che si trascinano da Fermi a Lingotto e viceversa. Davanti i bambini, alle prese con una finta guida di questo Val. Un salto veloce a Porta Nuova. Penna e foglio tra le mani, per molti, alla fiera dell’agenda torinese anche di non torinesi, di transito. Per la lettura di un libro che appartiene a tutti. Che ci racconta questa grande agenda aperta che si chiama Albero di Natale di Porta Nuova, così magro ma pronto per una cura ricostituente grazie a questi speciali addobbi, di sogni, auspici, desideri? Saluti alla mamma (che la mamma e’ sempre la mamma), un primo Natale insieme di una coppia che scrive a 4 mani la felicita’, una 2 A del Berti che si propone di classe e ripropone e rilancia una solidarietà di classe (fortunatamente qualcuno ci pensa ancora, anche se non ho ben capito perche'”Casamento no”. Ma chi e’ Casamento?Se qualcuno del Berti e’ in ascolto, anzi, in lettura….fatecelo sapere!), una critica, o meglio, un auspicio per treni più puntuali, Cecilia e Luca che provano a scrivere l’amore con un linguaggio universale, quello della musica, e provare a cantarlo oltre i due mesi, con “più” musica per tutti“, ovviamente, magari come la cantano e l’ascoltano loro; un biglietto di sola andata, per Roma, di chi non vorrebbe più viaggiare in “solitarietà” e che apprezza tutto quello che si nasconde dietro un biglietto. (eccolo ritrovato, un biglietto, di sola andata………….ma non era quello dell’anno scorso. Difatti, una sfilza di biglietti ferroviari incollati sul paginone de La Stampa (24 dicembre 2013) faceva sfoggio sull’ albero, e, come capita su certi libretti universitari, una “lode sul giornale“. (Meglio, una menzione), un fine week-end scritto in carattere cirillico su foglio Hotel Urbani, in via Saluzzo, a Torino, (ah, se così fosse…….magari una paginetta del grande Dostoevskji…le notti….bianche) e richiesta di lavoro, di turni, con la rinuncia dei regali. Margi di Bra vuole passare l’ anno integra e tutti gli esami. La richiesta di aiuto per un’ottima scuola da scegliere, un grazie, bellissimo, dolcissimo, di una ragazza, che provava commozione, l’anno scorso, nel leggere i biglietti, e che ora, quest’anno…forse in “solitarietà”, ringrazia amiche e amici per averle dato la forza necessaria a rivitalizzare. Infine, una ragazza, apre la borsetta, estrae un rossetto e su di un foglio, scrive velocemente, pensando di non essere vista, la sua richiesta: “Voglio essere felice”.
Da uno dei compagni di classe di L. Ora il blogger meriterebbe il patentino della firma dopo le ricerche e articoli pubblicati e sarebbe bello fosse raccolto da una blogger.
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