Dal cappello, una storia. Con tanto di …cappello. Almeno per un giorno

Torino 30 novembre 2014, fermata Metropolitana e facciata stazione di Torino Porta Nuova. Foto, Romano BorrelliTorino, 30 novembre 2014, atrio stazione Torino Porta Nuova. Foto, Romano Borrelli Domenica mattina. Torino, 30 novembre. Pioggia insistente, ma non fastidiosa. Ho programmato di ritagliarmi alcune ore di tempo, di questa mattina, per  imparare a “farmi compagnia”. Un po’ di libertà da utilizzare per terminare la piacevole lettura di un libro, suddividendone il piacere, meglio, quel che restava del godimento di quella lettura, in termini di pagine, tra le due stazioni ferroviarie di Torino: Porta Susa e Porta Nuova. Una lettura, non sotto le coperte, tempo permettendo, ma comunque al coperto. Una buona lettura, ripara sempre. Protegge. In entrambe le stazioni, la prima di passaggio, la seconda terminale, ho cercato una “buona terrazza”, una di quelle di uno dei caffè in esse presenti. Via vai continuo di gente. Scale mobili, tavolino, pila dei giornali. Oggi è domenica, e il Corriere della Sera ha un allegato, Lettura. Repubblica, al suo interno, propone alcune recensioni di buoni libri. Poteva mancare La Stampa. Certo che no. Mi sistemo, come fosse uno scompartimento di un treno. Davanti alcuni turisti aprono come una tovaglia la cartina di Torino. Butto l’occhio. Sembra di volare sulla nostra città. Riconosco corsi e viali alberati e so esattamente quali scuole sono localizzate in alcuni tratti. Il lavoro, non se ne sta mai tranquillo. Dietro, alcuni ragazzi alle prese con tabacco e cartine.  Al mio fianco, qualcuno estrae una carta. Da cinque. Pronto per il conto. Torno sulla mia, di carta, del libro. Dieci pagine a testa per stazione,  per la par condicio. Terminate, pago, e compero uno degli ultimi biglietti della metro, shopping, tre euro per la durata di quattro ore. Tempo di utilizzo, dalle 9 del mattino alle 20. Recupero le scale mobili, attraverso la “dorsale” della stazione, altre scale mobili. Poche fermate e sono nell’altra “pancia”, a Porta Nuova. La metro ha lanciato un fischio. E’ ripartita, direzione altra stazione. Lingotto. Peccato che il Lingotto in questione, sia un centro commerciale. Il Lingotto stazione ferroviaria, è altrove. Dall’altra parte del muro. Recupero la penultima scala mobile. Sono nell’atrio. A destra, piove. Alcune transenne perimetrano la potenziale “vasca”. Sento un profumo famigliare. Odore di stampa, di libri e di brioches. E’ la Feltrinelli.Torino 30 novembre 2014, Porta Nuova, liberira Feltrinelli, foto, Romano BorrelliHo tempo. Dieci pagine in fondo si leggono velocemente. Entro, mi piace la disposizione, l’odore dei libri. Mi muovo a mio agio, tra i libri. Ne annoto qualcuno. Un paio nella mente, altri, sulla memoria del cellulare. Mi piace passare da qui. Quando devo viaggiare, ma anche no. Così, come capita. Appena uscito dalla libreria recupero la scala mobile. Una terrazza, un tavolino. Mi sistemo. Come è cambiata Porta Nuova. Sempre bella. E’ una bella signora che non mostra la sua età. Un po’ di trucco sulla facciata e qualche lacrima al suo interno ci possono stare. Il resto è in ottima forma. A tratti, splendente. Al tavolino, sedute appena dietro,  un paio di ragazze si scambiano le “news” della serata torinese appena trascorsa. Non recepisco se  immerso troppo a fondo nella lettura del libro o se in fondo le ragazze che si scambiano le loro confidenze, con un timbro  alto siano una realtà di fatto.  Fatto è che ieri, a Torino, si è concluso il Tff e all’uscita da una delle sale di proiezione, di una tal sezione, un ragazzo  che era in compagnia di una delle due si è dichiarato, proprio come capitava una volta, con il permesso di un bacio. Tanto di cappello. Forse, non era un caso il voler terminare la lettura del libro, proprio qui, fra viaggiatori e sognatori, nel momento esatto in cui leggo “quanto effettivamente sia lungo il minuto passato con la mano sul fuoco di cui parla Einstein (al contrario di quello, superveloce, che viviamo baciando qualcun*”).Torino 22 novembre 2014, piazza Castello, foto, Romano Borrelli (2) E dal cappello non soltanto ne è nata una storia e il biglietto, dopo quello del cinema, per un viaggio nella vita. La cosa curiosa è che ad un certo momento ho sentito le tazze dei cappuccini “baciarsi”, questa volta, senza dolcezza,  e sentire dire la ragazza, alzandosi in piedi: “Io non viaggio più da sola”. Sorrido, chiudo gli occhi, e ripongo il libro. In copertina, una bellissima ragazza, abbraccia un trolley. Il titolo? “Io viaggio da sola” (Maria Perosino. Super ET. Einaudi).

Dopo aver riposto il tutto, giornali, libro, e biglietto, esco per un attimo solo dalla stazione. Ovviamente, restando in tema, caffè espresso. Il tempo di attraversare il corso, e proprio accanto all’Hotel Roma ( fa  sempre breccia il profumo di un grande della letteratura, Pavese.) e  centinai di cappelli esposti nella vetrina, in  vendita, solo per oggi compaiono alla mia vista.  (Alessandro Finessi, temporary shop per un giorno)Torino 30 novembre 2014, piazza Carlo Felice, cappelli per un giorno. Foto, Romano BorrelliTorino, 30 novembre 2014. Cappelli per un giorno. Foto, Romano Borrelli E dal cappello, una storia. O meglio, dal cappello di quella storia un tema  che si svolgerà a quattro mani: qualcuna  (e qualcuno) da ieri sera non viaggia (viaggerà) più da sola. E per la storia del bacio e del permesso richiesto (e accordato): togliamoci il cappello. Almeno per un giorno.

Ps. è piacevole pensare che il viaggio non termina ma comincia.

Ancora un grazie alla scrittrice Maria Perosino, per questo lascito. Si sente molto la sua mancanza.

Ps. Oggi su La Stampa, in evidenza La Ristonomia. Pagine colazione consigliata. Vot0 7. Felice di esser andato quasi un anno fa. Mi è sempre piaciuto il clima famigliare e …………la sala giornali e riviste poi……..Torino, La Ristonomia, interno. Dove c'era Barattero, gastronomia, ora ristonomia. Foto, Romano Borrelli.

6 pensieri riguardo “Dal cappello, una storia. Con tanto di …cappello. Almeno per un giorno”

  1. La storia raccontata insieme al libro tra le 2 stazioni e’ stata una meravigliosa descrizione!! Compreso il bacio “d’altri tempi” e il negozio per un giorno.Manca qui a scuola il modo in cui suggerivi le letture e anca quel modo di raccontare libri e storie con una capacita’ di far venire voglia di leggere anche a chi legge poco. Questa storia ad esempio ha fatto venire voglia di leggere, in coppia, questo libro, nel modo come hai fatto tu. Tra alcuni compagni ne abbiamo parlato. Ci sono piaciuti due termini che usi negli ultimi articoli:solitarieta’ e infinitarsi. Bella inoltre la storia del lavoro per un giorno. Ma hai proprio l’occhio da giornalista sai? Bravo,bravo e ancora bravo 😉

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  2. Grazie.mi e’ sempre piaciuto leggere, ho se, pre considerato questo piacere come un modo di viaggiare. Mi capita spesso di passare in corso Casale, dove mi fermo alcuni minuti in un caffe’ e scambio due chiacchere. Quando esco guardo verso una chiesetta e una casa li nei pressi e mi dico:possibile abbia scritto quei posti senza averli mai visti? Possibile?(parlo di Salgari). Ecco, come vedete, pur vivendo una realta’ dove viaggiare costa, relativamente poco (dal mio punto di vista costa sempre molto, forse sono le opportunita’ o i mezzi che sono aumentati) si possono raggiungere luoghi lontani viaggiando con la fantasia. Nonostante cio’ provo sempre tanta curiosita’ quando sento il rumore del trolley e immagino, racchiuso li dentro una buona dose del nostro quotidiano, una camera, una stanza, una casa in perenne movimento. E poi viaggiare, bellissimo, sia la partenza sia l’ arrivo. Nonostante le nebbie di molti arrivi, si, nebbie, metereologiche ma anche metaforiche, non ho perso la voglia di viaggiare e quando non posso, per impegno, leggo, e viaggio ugualmente. E poi, volete mettere quante storie si posono raccontare prima della partenza, al bar, con la marea di storie che si sentono e di quella che si vive come si fosse seduti ad un cinema durante la proiezione di un film?
    Brave che continuate a seguirmi, mi fa piacere. Per quanto riguarda altri aspetti, bisogna essere all’h (questo vi piace?) e non sempre e’ facile crederlo, crederci, soprattutto quando….ma questa e’ un’altra storia. Si sa, le poesie, la musica, attirano di piu, forse fanno piu consenso….Buona giornata e un saluto a tutti…

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  3. Complimenti per essere sempre sul pezzo talvolta anche molto prima di altri. L’articolo in questione si ricollega ai temporary shop.affrontati questa mattina sul quotidiano locale e quindi gia’ accennati in questo suo blog. Bravo e complimenti. Ne ho letti un po’ di articoli e penso sia una risorsa da tenere in considerazione per una firma nazionale per un qualcosa in più che e’ presente nella sua penna deficitaria in altre. Auguri per un buon 2015.e complimenti per gli ultimi pezzi e le storie che ci regala. Bello.anche quello sull’albero di Porta Nuova e giusta riflessione. Anticipare le lettere non fornisce una analisi approfondita sugli umori torinesi e non.complimenti davvero per quel qualcosa in più che manca in altri.
    Una risorsa preziosa in questo momento nella scuola ma che meriterebbe un rifletyore piu’ ampio.

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  4. Grazie. Mi ha fatto molto piacere sfogliando questa mattina il giornale che l’argomento è interessante. E’ vero. Mi ero interessato a questo argomento e segnalato proprio quel giorno. Poi, ho cercato di comprenderne meglio il funzionamento già il giorno dopo, ovviamente, dato che mi piace capirne di più, coltivo il voler conoscere di più anche dopo. Dietro la notizia ci sono persone. Ripeto, è passione, non professione. Forse la passione spinge a volerne sapere di più. Insomma, fame di sapere e di fare quanto piace nonostante la mia giornata lavorativa sia già completa e…
    grazie per le belle parole. Buon anno.

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  5. Ciao collega,blogger, poco tempo fa ho letto quest’articolo e sono rimasto molto colpito da questa novitá dei “negozi a breve termine” …. Visto che seguo spesso il tuo blog e mi piace come scrivi e gl’articoli e gli argomenti che tratti,voglio informarti di una notizia ! Oggi ,mentre ero al bar, e leggevo il giornale “la stampa” ho notato un articolo che hai trattato anche i temporary shop pero’ prima, quando hai scritto la storia nel cappello. Molto prima, pero’ di quella riportata dal giornale. Parlando dell argomento dell’ articolo, mi sembra molto interessante questo discorso di non investire migliaia di euro per aprire un negozio che ti vincola per anni (anche se si abbandona la tradizione) e pensare che Torino e la quarta citta in italia alla voce “commercio e uffici a tempo”! Se hai interesse di leggere l’articolo che ho trovato sul giornale “la stampa” ,contattami via mail! Complimenti e continua cosi che vai forte !

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