Torino, 28 novembre 2014. Piazza Statuto.
Una bellissima piazza. Normalmente, sotto il profilo meteorologico (tempo stabile, secondo il barometro di “Bernacca”), la piazza è piena: turisti, torinesi, mamme, nonni, famiglie, cani al seguito. In questo momento, imprecisata ora, sembra notte. Piazza deserta. Monumento lucido e palazzi lavati. Panchine vuote. Tutte. Libero accesso, come per il sapere, per internet…per corpi stanchi o desiderosi solo di riposarsi e pensare, ammirare, sedersi e lasciarsi scambiare per una icona della malinconia. Non è così. Il desiderio è solo quello di godersi in un momento questo spazio vuoto e sentire il rumore dell’acqua che picchietta sopra l’ombrello. E della fontana al fondo della piazza. Sembra il mare d’inverno.
In solitarietà. Si avvicina una persona anziana, meglio dire, saggia, del luogo. Si siede. Mi domanda come sta, lui. “Come sto con questi capelli? Sai che non li tolgo più? (si, tolgo). Sono tre anni che non li tolgo. Secondo me sto bene e loro pure. Che ne dici?”
Si, gli rispondo che sta bene (si, si, sta bene) e che loro, i capelli, così, anche. Stanno tutti bene. Gli dico anche che per farli stare bene e ancora meglio, dovrebbe imparare a coprirli, almeno andare in giro, oggi, con un ombrello. Difatti, ne e’ sprovvista. E anche senza cappello. Mi risponde che non fa nulla, dovrà fare solo una visita veloce, programmata, da queste parti. Quindi, in mancanza di specchio, reclama il mio giudizio. Ottenutolo, si alza, mi saluta e prima di andar via, recuperando la sua strada, mi chiede gentilmente 100 lire. “Cento lire?” gli domando. “Si. Cento lire”, mi risponde. Gli domando se per caso voleva dire “un euro”, ma, con risolutezza, risponde ancora 100 lire.
“Cento lire, due corse. Una, andata, una ritorno. Sarebbero sufficienti 90, per la notturna. Meglio 100, pero’, di 90.Una per andare e spolverare qualcosa di quella quotidianità che ho tralasciato, riprendermela e tornare qui. Non qui, in piazza, ma qui. Sai, leggo il blog, alcune pagine….”. Lo guardo allontanarsi, lentamente, ma con tanta voglia di correre, avanti e indietro, molto velocemente.
http://www.torino.poesia. it, o forse solo tanto TFF…
Ai suoi piedi c’era una pozzanghera. Una pagina strappata…e tanta voglia di recuperarla. Solo chi vuole si infinita davvero.
E’ già sera. Piove copiosamente da ore. Un giro sotto la pioggia, in centro. In piazza Castello alcuni ragazzi festeggiano un compleanno. Ottima idea. Un piazza bagnata, sotto le luci. Dimenticavo, prima che si spengano le luci e si faccia nuovo il giorno: tanti auguri.
Ps. Lo voglio aggiungere anche nella pagina. Auguri ad entrambi, alla saggezza, “persona dalla giovinezza enormemente giovane” e alla ragazza che ha festeggiato il suo compleanno.
Ps. 2. Tornando sui miei passi, il resto della città si fa calpestare molto bene, e si fa anche vivere, come è giusto che sia. La facciata del Comune di Torino, bellissima, tra l’altro, a quest’ora della sera, sotto la pioggia, suggerisce qualche riflessione sugli incontri del mattino. E di rimando in rimando, a Simone De Beauvoir e al suo pensiero sugli incontri. Quando si incontra una persona nuova, le possibilità che quella persona ci faccia del bene oppure del male sono equamente divise: fifty-fifty, diciamo così. La prima alternativa è la migliore. Proteggendosi, e scegliendo la seconda, ci si priva di una infinita serie di possibilità. Una saggia che vorrebbe 100 lire, per tornare indietro e riprendersi qualcosa e la ragazza, fresca di compleanno. Mi sarebbe piaciuto farmi assorbire ancora un pochino, da queste due storie. Peccato la pioggia, che frena. Entrambe sono storie che parlano di futuro e al futuro, anche senza esplicitarlo. Entrambe hanno tanta voglia di viverlo, il futuro, togliendosi di dosso quella paura che frena. Come la pioggia, per fare un esempio. E allora si resta in attesa, magari di un cenno, di un altro sorriso. Aspettando Godot?
Una giovinezza enormemente giovane….auguri di buon compleanno a “Marina”.
"Mi piace""Mi piace"
Ciao, Romano, mi piace come racconti la vita, in questo caso la vita di una piazza: poesia dal cuore
Grazie e tanti auguri alla vita : saggia o giovane che sia
Baci da Mistral
Buon weekend
"Mi piace""Mi piace"
Grazie. Quella pozzanghera, specchio di una vita e di tante vite mi ha dato modo di soffermarmi a pensare e ripensare sulle tante personalita’ affette da difficolta’ (disturbi) particolari legate alla personalita’. Pensavo a quanti vorrebbero tornare indietro e ricucire uno strappo e ripartire da li, per provare e riprovare, a stare un pochino meglio e augurare loro tanta vita e ri-uscita, da qualsiasi condizione per emergere o ri-emergere….
Arrampicarsi sull’esistenza scivolosa di qualcuno….faccia da puntini di sospensione: “mi capisci, no?”
"Mi piace""Mi piace"
Mi e’ piaciuto molto il modo con cui hai trattato i disturbi di identita’… Complimenti !!
"Mi piace""Mi piace"
Gia’, luoghi, citta’, persone che si incontrano, e si ascolta, tutto e tutti. Le citta’ sono fatte per essere calpestate (in senso buono, ovviamente) con attenzione ele persone ascoltate, con attenzione e rispetto. La cosa piu interessante poi e’ lasciarsi assorbire, guardandosi negli occhi. In tema di ecumenismo, cosi attuale,, oggi, tra Pietro e Andrea, cosi in voga, al tempo di un altro Pietro, Paolo sesto…guardiamoci negli occhi. Ma quelli che sono vicini, riescono a guardarsi negli occhi? Riusciamo? Ps. Per restare in tema, il mio trolley, il mio viaggio, non te lo lascio mica. Anzi, ho tanta voglia di riprendermi quello che non vi e’ stato e rimetercelo. Anche ” le scelte che non ho fatto”.
un saluto
"Mi piace""Mi piace"
E poi finimmo per frugarci, dentro e fuori, e dentro le nostre anime e proprio perche nell’anima, cose unica, finimmo per non dimenticarci mai. Almeno penso.
"Mi piace""Mi piace"