Sempre per quel suo corso naturale del “rimettere tutto in equilibrio”… da parte, o dalla parte, della natura… mi son reso conto di aver menzionato due baristi ma documentatone uno soltanto, e cosi, ecco che durante la giornata una irresistibile voglia di cappuccino, caffè e cantuccio prendeva il sopravvento e bussava alle porte dello stomaco e della pancia realizzando presto che in realtà non era il desiderio di cose buone da assaporare, o quel senso di fame, quanto tornare sul luogo e ristabilirne l’ordine. Delle cose. Per la par condicio…Ecco ai lettori i due baristi della Casa del caffè. (Giancarlo e Gaetano). A ripensarci ancora meglio, non era l’urlo dello, stomaco che reclamava “cose buone dal mondo” facendo il verso ad una nota pubblicita’ di quegli anni, ma, come ho avuto modo di appurare, “era l’urlo ” che aveva dovuto cedere il passo ad un tram che precedeva”. O forse un pizzico di gelosia, dato, che dall’otto, volante, mai e poi mai il, conucente del mezzo avrebbe tirato “l’orecchio” per passare sotto il portico. Di quale otto, volante si sta scrivendo,, bhe, un pochino di pazienza Con l’obbligo di tornare nella casella principale. Nella casa, del caffe’. Il caffè, come sempre, che poi è solo ieri ma sembra una vita, delizioso. L’acqua, il piattino e il cantuccio nel cantuccio. Entrato oramai in confidenza, su di un piattino a parte mi vengono servite lettere, scritte, imbucate e venute da lontano per confezionarne altre con il “succo” della penna. Si, venute da lontano, proprio come un Papa. In quelle lettere ci ho visto fili di storie, “fili di trolley” (a volte non ci si pensa troppo su quel che si dici, meglio, scrive) ovvero, tram, di quando era trolley e non pantografo. Su quel piattino non c’era solo il potenziale filo di un racconto che viene da lontano, ma un mondo intero da esplorare e un po’ da inventare. E sul piattino che ci trovo?
Storie ricche di di contenuto, contenuti, pensieri, pensiero. Storie stratificate, ricche di profmi e di odori, complice il mercato, a due passi da qui. Anzi, due mercati, particolari, il secondo, Porta Palazzo. Otto lettere, come il numero del tram che passava da qui, sotto al porticato, in modo alterno al bus 50. In questo caso, mai, il conducente del tram avrebbe tirato le orecchie all’automezzo, tantomeno mai avrebbe abbassato il finestrino. Talvolta, poteva capitare di peggio, quando il “trolley” lasciava il suo filo del “ragionamento” e proprio non ne voleva di stare in sede. In queste occasioni, rarissime volte. poteva capitare il tranviere arrestava l’automezzo, saliva sulla scaletta e con un ferro, ricomponeva il tutto, sempre pere quel rimettere il caos in ordine. Ed era in questi frangenti, che un occhio svelto e sveglio avrebbe potuto intravvedere M seduto in uno dei sedili posti davanti al bigliettaio. Ne i suoi momenti liberi, e quando il tram effettuava la sua sosta, proprio davanti la casa comunale, da dentro, il palazzo, si sentivano fuori urla e schiamazzi dei tanti “rossi” e “bianchi“. M lo si notava andare su e giù, felice, sull'”otto” volante dell’amore . Due fiori avrebbero posto una buona ipoteca per una altrettanto buona giornata. Sicuramente L. sarebbe stata orgogliosa di lui. E già, perché così come nel nostro Belpaese esiste l’autostrada dei fiori, così a Torino, negli anni 70 esisteva la linea del tram numero otto, quella che conduceva, trasportava, eesaltava come in un giro di giostra anche innamorati diretti al mercato dei fiori. E guarda caso, il passaggio del tram avveniva proprio sotto questo piccolissimo porticato. Quante storie son venute fuori da quel piattino. Un piattino della bilancia ricco di cose buone. Storie lette, rilette, pensate ed immaginate. Tante che ormai è buio. Nonostante il ritorno a casa ma resto con la testa immobile e ferma in quel cantuccio a divorare quelle storie e sorseggiare quel caffè…Di oggi e di quegli anni.
Oggi, una bicicletta, poggiata contro il muro. Dentro il cestello, i fiori.Ma se fosse lui stesso, M., un fiore che consegna se stesso all’amore? Bella storia.
Buonanotte, Torino.
Ciao Romano ,il reportage giornalistico e’ stato molto bello! L’articolo che hai scritto questa notte vero?e che….chi e’ allenato sui tuoi articoli sul blog capisce che e’ il dettaglio, nel particolare che si nasconde il, tutto !!ho visto che la stazione di porta susa segnava l’una(?) di notte!!!!!……ciao
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