Sabato pomeriggio. Non è solo il titolo di una canzone. Benvenuti a Torino. E’ un sabato pomeriggio quasi estivo, a Torino. A tratti sembrava di essere al mare. Fuori i maglioncini e le giacchette che ci hanno accompagnato in settimana. Dentro le T shirt. Meglio, addosso, le t-shirt.Aria calda, estiva, una carezza a tratti indifferente e un “bacio”caldo di un sole di un autunno piuttosto lungo, o di una estate mai cominciata, o terminata troppo presto.
Sotto i portici di via Roma, un “fiume” umano percorreva, anzi, circumnavigava le sue due vasche, il Po, la Dora.un’onda lunga di “liquidita’” umana, “un mondo liquido” fluidificato ulteriormente dall’ascolto, o lettura, di Bauman. Ad ogni modo, pulsazioni.Portici in attesa di (quanta angoscia si cela nell’attesa, ma quanto stravolgente si dipana dopo l’inverarsi: caos, prima della forma) di essere sfogliati. Di essere letti. Portici di carta. Letti di carta, letti di notte. Oggi, tra le due piazze, Castello e San Carlo, un fiume continuo.
Non sono mancate e non mancano le sorprese, giro per la città. Oggi e domani. Capita perfino di incontrare Zorro sotto i portici, nei pressi di piazza Castello. Sigaretta in bocca, maschera calata sul viso, valigetta gialla. Alla ricerca di una cabina telefonica, probabilmente per segnalare lo smarrimento del suo cavallo.Il fischio non e’ piu’ sufficiente. Ci vuole ben altro, nella societa’ liquida. Zorro alla ricerca di una cabina telefonica, privo di cellulare. Dimenticato dal suo cavallo si dimentica della coda per un Apple e si rifugia sotto la cupola di una cabina.Una delle poche in circolazione. Ma a ben girare e a ben guardare, non è l’unico ad aver smarrito qualcosa. O qualcuno. Talvolta si perdono, si smarriscono, persone, parole, e anche queste, non formano solo il titolo di una canzone. Al Circolo dei lettori, in ogni modo, si prova a rintracciarle. Le parole. Leggendo. Leggendole, le storie, altrui. Con gli occhi fissi, sulla carta, con gli occhi interiori. Gomitoli di storie contenenti verita’. Storie e storture della vita che la rendono ancora piu’ bella da amare. Storie, romanzi. Storie vere. La parola è importante. Talvolta non la si trova, al momento giusto. Si fa fatica, a trovarla, ritrovarla. Altre volte, invece, prima dei pasti, è sempre buona. A prescindere.
Come da prescrizione. Medica. “Parola smarrita”. Per fortuna è un ristorante. Ottimale ritrovarla. E qualcuno le parole non le perde. Anzi, le trova al momento giusto, facendosi coraggio nel chiedere ad una ragazza un giro “di ballo” al suono improvvisato di una orchestrina torinese. Di piazza.
Gli appuntamenti, inoltre, sono stabiliti da un cartellone di incontri, appuntamenti, già noti da giorni. Lunghe code nei luoghi di “Torino e spiritualità”.
Librerie piene, in concomitanza con l’inizio delle scuole. In questo caso, è un appuntamento che fa scuola.
Sabato pomeriggio. Un sabato torinese. Dal cuore intelligente.
Il pomeriggio cede il passo alla sera e questa, a breve, alla notte. Bianca. In alcuni punti, di luce. Di preghiera e unione collettiva. E spirituale.
A conclusione della serata, un pensiero ad altro sabato, quello del villaggio, del grande Giacomo Leopardi. In una giornata dove la poesia e’ una costante, immediato il ricordo a Recanati, a quel palazzo, la sua biblioteca e la poesia che accompagnava altra serata di “luna piena”.