In attesa della luna e della connessione migliore … la condivisione di un cammino…sull’acqua. Al mattino, ad ombrelloni ancora chiusi, giochi di luce ed ombre, su di una spiaggia che, vellutata è dire davvero poco. Con il passare delle ore, il manto sabbioso si appresta a diventare sala lettura, con libri e giornali aperti su ogni centimetro disponibile. Luogo di cultura e piazza, stile bar sport. Ombrelloni adagiati che lentamente si aprono cosi come i legittimi proprietari. Sul fare della sera, poi, l’apoteosi. Lidi che si trasformano in discoteche, e mare trasformato in pista da ballo, e nello stesso tempo, bar dove sorseggiare un aperitivo.
Il luogo, oltre ad avere connotati paradisiaci è connotato anche dal carattere della democraticità, dove non si nega un bagno neanche ad un cane. Le alternative alla mobilità e agli sport, non si fanno mancare. Alcuni cercano di emulare Brumotti. Difficile ma non impossibile. E anche per chi risente della crisi economica che morde continuamente, un posto in prima fila non lo si nega di certo. La vita in tenda, è davvero interessante. Qualche ora in tenda per potersi assicurarsi l’alba, la luce, il tramonto, ne valgono davvero la pena. Le spiagge poi, sono ben tenute. Una radio rimanda l’eco di “Baby I don’t know, just i love you so”.
E’ giunta l’ora del…pasticciotto.
Colgo l’occasione per documentare un albero di ulivo. Purtoppo, in alcune zone,non godono di ottima salute. Un virus, da un nome particolare, “xyilella”, sta causando seri problemi all’ agricoltura. Si parla di abbattimento, per alcuni alberi, ripeto, in alcune zone, e di “zone cuscinetto” per evitare il contagio tra un albero e l’altro. Ampie discussioni, e competenze articolate, fra Europa, Regione e Italia. Speriamo almeno che si possa porre termine al contagio. In ogni caso, l’ulivo resta sempre simbolo di offerta di pace. Ramoscello di ulivo, la domenica delle Palme. “La pace sia con voi”. Forse bisognerebbe davvero averne di più, di questi ulivi, in buona salute. La terra è rossa.
Dura, compatta. Arida ma mai avida. Sempre generosa e accogliente. Anche dopo lunghe assenze. Di piogge, di acqua, di passaggi umani. Una terra che non tradisce mai. Accogliente. Il vento poi rende il quadro meraviglioso. Di tanto in tanto, su questi alberi, pettinati come bambole, una bottiglia posta su qualche ramo, gli dona un aspetto diverso. Una cornice, un’aggiunta. Una sorta di colore, anche senza il bisogno.Un ferma capelli. Un fermaglio. Un segnalibro. Suggeriscono qualcosa. Forse il passaggio di qualcuno. Chissà. Forse una medicina. Osservi i giri sui tronchi, il passare degli anni. La saggezza. Quando il tempo del raccolto sarà arrivato, il tempo si manifesterà con la sua mitezza. Le giornate autunnali, quando dopo una giornata di lavoro o di aule universitarie si ha ancora voglia, prima di rimettersi in macchina verso il focolare domestico, di lasciarsi sanare dagli ultimi raggi di sole, a ricordo di un’estate, andata. Un colpo di vento, d’aria. Una carezza, mancata e che arriva con l’immaginazione. Forse un po’ di nostalgia, per l’estate
. Forse. O forse il “Niente”, come recita una di quelle T-Shirt così in voga quest’anno. Niente. N iente emozioni, come invece alcuni filosofi sostengono, per barcamenarsi qua e là nei viaggiare in qualche treno della vergogna.Mentre in questa terra gentile e sabbia vellutata si disegnano strade, cuori, vite. Estate.
. Zero ricordi per al tri. Simone Weil affermava che solo con la sofferenza ci si avviava nella conoscenza. Vero.
Pianta di ulivo.