Domani niente scuola

Torino 27 giugno 2014. Maturandi in attesa. Foto, Borrelli RomanoMaturità. Quanta ansia tra le scale della scuola  e quella sedia. Proprio quella, in quell’aula.  L’ultima “seduta”  anche se le domande mai prenderanno riposo. Dopo tanto allenamento, di lunga durata (un lustro) è arrivato il “giudizio finale”. Domande. E’ bene porsele sempre, le domande.

Ansia nella notte prima degli esami, per la prima valutazione da insegnanti esterni, mai visti. Ansia per la prima volta in cui ci si mette in gioco e  si parla in pubblico. Poi, ci si siede, lì, su una sedia che è stata di tanti e tutto svanisce. La Mole Antonelliana e l’Università distano poche fermate di tram, da qui.  L’anno prossimo, in quel Palazzo, o nel nuovo campus, in  molti avranno già sostenuto tantissimi altri esami e quello di oggi, di questi giorni sarà derubricato a ricordo. Per molti, sbiadito, sarà stato un semplice  esamino. Per altri invece si presenterà lungo il corso degli anni e busserà, senza chiederne il permesso, cogliendoci a sorpresa  durante il meritato riposo. Molti si sveglieranno dal terrore di essere a giugno, quando magari nel momento in cui si dorme è dicembre o gennaio, vetri appannati e riscaldamento a tutto andare. Ci si sveglierà sudati, freddi, pensando di  non aver studiato bene, con cura, o di dover ancora cominciare a leggere. Tutto. Molti sogneranno un commissario o un presidente di commissione che domanderà al candidato  quanti grassi contiene un latte intero, uno parzialmente scremato e uno scremato. E in tanti  saranno perseguitati da quel 3,5% davanti ai supermercati o una semplice latteria. “Ma se intero  ha 3,5%  di grassi quanti ne conterrà invece  uno parzialmente scremato?” E poi, dopo aver smaltito questo incubo, questo passaggio a ritroso, porsi la domanda: “Ma non è che per caso merceologia non si studia piu’?” Per non parlare poi della composizione del vino. Chissà in quanti, già maturi da anni, ricorderanno durante qualche cena di famiglia,  o una rimpatriata presso una bocciofila, la composizione del vino. Ne guarderanno l’etichetta, la bottiglia, il grado alcolico. Un’attenzione fissa, una fotografia alla bottiglia e all’annata. Di maturazione. Pardon. Di maturità. E allora, compariranno “in alto, in piedi, gli stangoni, accovacciati e seduti. Ai lati, i ct di classe che li hanno accompagnati alla matura” con il solito ritmo: “mi ci si nota di più se vado o non vado, o se dico di non andare e poi ci vado?” Un incubo o un dolce ricordo che ritornerà quando un sindaco o un prete, o un pubblico ufficiale leggerà articoli del codice civile, del codice canonico e il futuro sposo sospirando chiederà una “sospensiva”: “Qualcuno ha una penna che fa clac, clac? Prima del si e della firma, ho bisogno di allentare la tensione. La firma è un optional. E così il vincolo. Ora, necessito del clac clac”. Un clac clac che perseguita dalla maturità e non ne allenta la tensione e la morsa. E continua a mordere.

Maturità. Ultima seduta Un ricordo, bello, piacevole, da coccolare e da sorriderci su o far sorridere anche davanti le macchinette, durante una pausa lavorativa. O, sempre come un incubo, il viso di un ct nazionale che a mo’ di elenco fa risuonare la voce come il tintinnio di una monetina. “Venti centesimi. “Forme uniche della continuità nello spazio. Boccioni. Moma…” E tu, come don Abbondio nei Promessi Sposi, ti trovi sveglio a chiederti: “Boccioni, chi era costui?”…e ricorderai di averlo scambiato per…Botticelli, o, azzardando per…Balotelli.

In conclusione, la maturità, almeno per alcuni, è andata. Si è concluso un lungo viaggio. Stagioni, dell’amore comprese. Alcune si chiudono, altre si aprono.Maturandi torinesi. Torino 27 giugno 2014. Foto, Borrelli Altre resteranno,  per sempre. E’ il viaggio per un amore: la scuola. Il francobollo è stato apposto. Il timbro pure. Un vestito, una giacca. In molti ricorderanno una camicia stirata dalla mamma, una cravatta posta con cura da lei, e in tutte le mattine che verranno, allo specchio ci sarà sempre il suo viso, il ricordo del suo viso. Per altre, la figura del padre, lì, al fianco. Con tutta la sua forza. Per ora, domani, niente scuola.

3 pensieri riguardo “Domani niente scuola”

  1. Bellissimo articolo! Io non posso ancora che cos’é l’ansia pre-esame,ma posso immaginare! Complimenti per il blog scrivi molto bene,si vede proprio che sei laureato! Grande Romanooo

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  2. Grazie per i complimenti. Sono e resto Romano, ed e’ sufficiente. Il resto me lo avete dato voi. E’ stato faticoso, ma non ho lasciato a terra neanche una ‘briciola’ delle vostre emozioni, che sono il pane della vita. Nulla di tutto cio’ va sprecato.

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