Mentre in molti ritirano le bandiere dai balconi penso e ripenso a quella stupenda idea di donare poesie calandole da un posto così stupendo come la terrazza della Mole Antonelliana. Un’iniziativa culturale che andrebbe ripetuta, qui, a Torino, come altrove.
Quale il posto ideale, l’approdo, per una poesia planata dalla Mole Antonelliana? le braccia di un uomo. Poesia come donna, (o che è donna) poesia come dono che implica e richiede relazione. Aereoplanino che danza, lentamente, nel suo lento planare, con repentini cambi di marcia nel suo planare, quasi come una danza. Non solo inchiostro, versi, rime, va luce e volto. Poesia che una volta recapitata, dal caso, dal destino, o dal forse dal semplice “era così che doveva andare”, necessita indubbiamente di essere letta, attentamente, interpretata, come essa richiede. Come ogni volto. Non importa se dopo aver percorso ottanta metri oppure 800 km. La bellezza sta in quel cambio di passo, di direzione, quella capacità di scelta, quel “vedo non vedo”, quel suo nascondersi per poi apparire, quell’andarsi a depositare con una storia intera affidandosi completamente a quelle braccia capaci di dare colore a quei versi. Quel volto che colpisce e cattura. Il verso giusto. I versi della vita. Solo allora, da quell’incontro, poesia e musica, mani tra le mani, suggeriscono e impongono una danza diversa.
L’iniziativa è piaciuta e merita di essere ripetuta.
Autori Poesie Aeree: Franco Idda e Valerie Blanc Mian. Me ne scuso.
Il mondo ha bisogno.di.poesia.
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La poesia è lingua per chi la sa esprimere…
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Semplicemente stupenda. La poesia, l’articolo, l’abbraccio tra i due fidanzati.
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