Torino 24 giugno 2014. Una sola direzione, sembrava esistere lungo le vie del centro storico: Piazza Vittorio, dove era sistemato il maxi-schermo per la partita Italia Uruguay. Ai piedi della Mole Antonelliana, dove ero diretto, la poesia, di lì a poco, sarebbe calata dall’alto. Alle 17.15, minuto più. minuto meno, alcuni, dal balcone della Mole, davano l’ok. Gli aereoplanini-poesia erano pronti a congiungersi a noi. Un centinaio di fogli, trasformati in modellini, avrebbero percorso gli 80 metri che distanziano il balconcino” dal suolo. O meglio, noi. Un volo tra le nostre braccia. Se ricchi o poveri di poesia, non importa. Ne avremo sempre bisogno. Da condividere, una volta letta. O conservata, piegata, riposta tra le nostre cose. O posizionata sulla scrivania, al lavoro come a casa. Col pensiero a chi donarla. Col pensiero che sappiano conservarla. Occhi e ansi all’insù. Tanti “volti” ad intercettare una poesia, emozioni, sensazioni, che, una volta tanto, ci venivano addosso, insieme a qualche goccia d’acqua, dato che il tempo, minacciava temporale. Corpi protesi, braccia che cercavano di accaparrarsi quegli scritti. La sensazione era quella di “scartare” uno di quei baci al cioccolato, all’interno dei quali, trovi una poesia, una riga, un augurio, sull’amore, sull’amicizia. Una sorta di oroscopo. Ma questa che calava dall’alto era una vera e propria pagina di poesia. Poesia come pane, perché di entrambi abbiamo bisogno. Attesa e desiderio di averla tra le nostre braccia, pardon, mani, accompagnati dagli “artisti del balconcino”, per una volta trasferitisi anche loro ai piedi della Mole.
Un gruppo stazionavano lì nei pressi già da un pezzo e altri, cartina alla mano, erano alla ricerca di questa iniziativa mondiale. In una città che si appresta a celebrare la festa del suo patrono, San Giovanni, forse il paragone dell’attesa, dell’incontro con la poesia come pane, ci sta tutta. Una città che farà fuochi e una poesia che contribuirà ad accendere quanti la riceveranno. Sulla via del ritorno bar, pub e strade con gente incollata al televisore. Un grande cinema dalle dimensioni imponenti. Tram storici in piazza Castello. Nessuno sulla strada del ritorno. Alcuni ambulatori posti sulla strada, vuoti. Per fortuna, pensavi. Sulla strada. Il titolo di un libro. Io e la poesia tra le mani. Con la sensazione di non essere solo.
Un pensiero ai ragazzi della scuola che domani cominceranno gli esami della maturità.
Autori di Poesie Aeree: Franco Idda e Valerie Blanc Mian. Me ne scuso se non li ho menzionati prima.
mi pace il tuo modo di raccontare: piano diretto vivendo la vita.
Concordo che la poesia è pane che ci nutre e ci salva. A me, perlomeno. La vita l’ha proprio salvata in un momento disperato anni fa e da allora non l’ho più abbandonata. O forse Lei non ha più abbandonato me.
Tra le poesie che cadevano dl cielo ce n’era anche una
mia… chissà a chi è arrivata? è una poesia molto molto “volatile” !!!
la riscrivo qui sotto
presenze
trilli fischi richiami
frulli e stridi
gridi gorgheggi tremoli
stornelli
ruote note canzoni
ciangottii
vortici voci intrecci
mulinelli
ciarli e concerti
cinguettii e sfringuelli
Dio mio! Se non ci fossero
gli uccelli?
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E, sì. Se non ci fossero gli uccelli? bisognerebbe inventarli!!!
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Oggi ritorna alle ore 17 l’ appuntamento Poesie Aeree. Alle ore 17 dalle finestre di Palazzo Reale, 250 poesie “planeranno tra le braccia dei torinesi”, e qualcuna
fara’ sicuramente “breccia” nel cuore. Valeria Bianchi Milan e Franco Idda faranno volare versi di poesie natalizie e di autori classici. Versi di Guido Catalano e canti di Federico Sirianni saranno ripiegato come aereoplanini che planeranno sulla nostra citta’. Poesie anche di Angela Donna.
Uno spettacolo in una cornice natalizia…..sara’ bellissimo….”quando plana la
oesia tra le braccia”
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Sai cosa è successo? che 250 poesie che sembrano tante… in realtà volando dall’alto erano scarne e non hanno soddisfatto la “fame” dei presenti…peccato!
Comunque l’acrobatica performance è paciuta e tutti hanno applaudito col naso all’insu e un poco congelati in Piazzetta Reale. C’ero anch’io.
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C’ero anche io. ho appena scritto e messo le poesie che mi son ritrovato. Sgomitavamo, eravamo tantissimi. Sembravamo bambini. E anche quando sembrava di averla tra le mani, scivolava via per prendere residenza altrove……in ogni caso, son riuscito. Si, è stato davvero tutto molto bello.
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