“Le scelte che non hai fatto“. Maria Perosino. Un libro, un viaggio, tanti viaggi, possibilmente in treno, per “entrare” e stare nei discorsi e nelle vite degli altri. E restituirle, in forma romanzata. Un libro uscito oggi e…Appena avuta notizia della scomparsa della scrittrice, una corsa in libreria per accaparrarlo. Con l’intenzione, nel pomeriggio inoltrato di poterlo leggere. Un libro che comincia con il narrare sulla scuola, di un ciclo. Le storie,degli altri che intercettano le nostre, il passato, la nostalgia, storie che terminano e che cominciano, fattore percentuale, 49%, 51% le scelte…Le prime, le terze….e domani le quinte. Davanti ai cancelli. Otto del mattino. Ciclo che lentamente volge al termine. Immagino ora i tantissimi maturandi alle prese con i pc a svolgere ricerche su ipotetici temi e quelli svolti nel passati. Messaggi che viaggiano in tutte le direzioni. File, domattina, davanti le scuole, carta di identità in mano e dizionari. Cellulari depositati sui banchi, davanti, in primissima fila, sotto la vigile attenzione dei professori e della commissione. Dettatura delle tracce e idee che non verranno, perché non si saprà…scegliere. Almeno per un’oretta. Poi, l’illuminazione…..Lo svolgimento, il panino, l’acqua, e la prima prova che lentamente passerà. L’uscita da scuola e il verificare le scelte delle tracce. Ma il tempo sarà poco. Ci sarà da pensare alla seconda prova. Per molti, la più impegnativa.
Difficile trovare una panchina per leggere “Le scelte che non hai fatto”. Molte erano occupate da studenti, libri sulle ginocchia, ad intentare l’ultimo ripasso. Più facile trovare un posto per pensarle. In ogni caso, in un fazzoletto di questo Parco Dora bellissimo il benvenuto dell’asilo-scuola di via Orvieto: un prato trasformato in tavola che nel tardo pomeriggio esponeva cibi di ogni provenienza in tutte le lingue del mondo. Genitori che socializzavano e bimbi intenti a giocare. Tantissimi. Famiglie in bicicletta che si riunivano dopo il lavoro e alcune magliette di animatori di qualche centro estivo o oratorio. Riconoscibili quelle di Valdocco, a due passi da qui.
La Stampa, Temi-di Italiano Esami di Stato 2014

Alcuni bambini proponevano una riedizione di un gioco archiviato da cellulari: un gessetto e delle caselle quadrate disegnavano, per terra, il ciclo della settimana. Chi lo ricordava piu’ un gioco simile mandato in pensione da tecnologie ultra-moderne? Giochi all’aperto con piche tracce di memoria. Forse proprio questa potrebbe essere una ipotetica traccia di tema. Provando anche io nel gioco toto-tema, immagino ipotetiche tracce: le nuove tecnologie, l’uso delle app.Gia’, l’immediatezza, la velocita’: Marinetti e Balla e politica italiana? La creazione di ricchezza, la sua distribuzione, cause della poverta’. Ricchi e favelas a confronto, gli standard imposti dalla Fifa per gi stadi e quelli no per istruzione e sanita’. O ancora guardando i molti che giocano a pallone, i mondiali di calcio, e la realta’ sociale economica in parallelo con quelli giocati in Italia nel 90 e le cattedrali nel deserto, che tra l’altro una, (in Italia) lo stadio delle Alpi, non esiste piu’.
Allora, che dire? Una buona maturità ai tantissimi che staranno “pescando” qualcosa nella rete. Ma ci sara’ ancora qualcuno che telefona dall’altra parte del mondo? Quasi cinquecentomila tra ragazze e ragazzi impegnati nella prova scritta o meglio, la proposta per una prova tra quattro possibilita’: analisi di un testo, saggio breve, articolo giornalistico e prova a carattere storico.
Ps. In moli quadri affissi ci sarà la dicitura “licenziato”. Bene ricordare che per molti si apriranno le famose “finestre” per poter accedere al collocamento in pensione. Un augurio a quanti hanno passato una vita al servizio della scuola. Un augurio in particolare allo “zio” chiamato affettuosamente da tantissimi studenti per la sua presenza costante e assidua nella didattica di una scuola della provincia torinese. Auguri “zio” Vito.
Troppa ansia romanooo, mancano poche ore e sto uscendo pazza!! Comunque bellissima la foto! Molti ricordi in una foto sola! Hai ragione, le ricerche per gli spunti non finiscono mai. Era da un po’ che non ti scrivevo ma volevo dirti grazie per quello che ci hai insegnato quando parlavi di slow food, della sua nascita, i primi passi, sapendo intrecciare storia dell’arte parlandoci di piazza di Spagna a Roma con il paesaggio un po’…..cambiato per via di quel fast….e farci ammirare una grande bellezza come Roma intrecciando tantissimi argomenti. Era come stessimo in gita. Bene, la settimana scorsa ho sentito parlare Carlo Petrini, Pollenzo, Milano e grazie a te, almeno per me, molte cose erano piu chiare, e penso per ciascuno di noi. E poi intreciate con la politica di quegi anni come di questi. Grazie ancora per la passione che mettevi nell’analizzare quell’anno, il 1985 con tutte quelle informazioni. E poi ancora l’86 e la radio, Bra onderosse, il mensile, i circoli… Si vedeva e toccava la tua passione per i giornali, il giornalismo e la voglia di provare in tante cose….l’amore per la poesia del viaggio e le lettere. Tra poco il tema e grazie a te, molte cose in piu che ci hanno arricchito. Grande continua cosi!!!qui hai lasciato il segno.
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Prima prova andata: Quasimodo, prima guerra mondiale e Renzo Piano. Ho scelto Renzo piano che parlava di una questione molto interessante “fragilità delle periferie”
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30 mila maturandi piemontesi al via oggi, impegnati a svolgere il tema. Entusiasmo per le tracce. Oggi e’ anche una giornata di riflessione che conclude un ciclo di studi durato cinque anni. Quasimodo, responsabilita sociali economiche, periferie, il dono. Il rammendo delle periferie. …il riferimento a Borgo Vittoria, un quartiere di Torino. Un progetto di riqualificazione. Insomma, tracce che sono piaciute.
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Anche la seconda prova e’ andata. Era curioso vedere i ragazzi sbocconcellare le loro merende, il loro pranzo, occhi incollati sul foglio. Poi, lentamente, ad uno ad uno, scivolavano via, recuperando l’uscita, la via di casa e probabilmente il meritato riposo dopo si lunga tensione. Qualcuno si fermava, raccontava e ringraziava, per tutto. Forse, in fin dei conti, la prova di “maturita’”, e’ in questi termini davvero superata.
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Prima giornata di prove orali all’esame di maturità. Tesine sparse ovunque e fogli con scalette e punti da rivedere. Occhiaie, occhi lucidi e lacrime. Tensione ai massimi livelli. Alle otto, per l’ultima volta i primi salgono la rampa di scale che li divide dalla classe. Ultima seduta, in tutti i sensi. G. accompagnata dal fidanzato andava su e giù per il corridoio. Poi, entra, si siede, documento, firma, esposizione tesina e via alla conclusione di un ciclo. Quando esce un abbraccio liberatorio con il fidanzato. Si è chiuso un ciclo. Al domani ci sarà tempo. Oggi è tempo di poesia. Per loro. Avanti un altro e poi un altro, per tutta la mattinata…..Le superiori sono alle spalle.
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Alle 8 in punto presenti i maturandi divenuti maturi nel giro di poche ore. La prima e unica cosa richiesta nell’attesa, una penna che fa tac, tic, di quelle anti stress. “Tac, tac, tac”era il ritmo…solomdopo, nomi e 2011, regimi democratici, autoritari e la primavera araba. E nell’attesa, “venti centesimi” la televisione, la sua nascita, carosello, Aldo Moro, via Fani e il compromesso storico, via Verdi e la Rai. Ma per Chiara il tac, tac, ta, durera’ ancora…24 ore.
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