Un bambino e la sabbia

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Tra un “piove, non piove”, corridoi e atri delle scuole aperti per  un’occhiata agli esiti finali, (ma esistono anche gli esiti on line) terza media alle prese con il tema con  quasi ventimila  coinvolti (su tecnologia, un’esperienza come una gita o un laboratorio svolto, un ciclo che si chiude e chissà,);   poi, un salto in biblioteca, piena come al solito. Gli unici posti liberi erano gli appendi abiti. Il resto, tavoli e sedie occupati e al gran completo. Come l’ultima volta che si era di passaggio. Sui gradini, appena fuori (o appena dentro, il che è identico) qualche studentessa prepara ad alta voce un esame di medicina. Forse genetica o chissà cosa. Potenza delle biblioteche. Luogo di incontro, luogo di studio, luogo di scontro con medie e conti che non tornano.

Poco più  in là qualcuno  ha abbozzato su un foglio un semplice dialogo tra la sabbia e un bambino. Foglio abbandonato, in solitudine, che non faceva neanche compagnia ai gradini e a quanti,per il troppo caldo non riuscivano proprio a studiare e avevano trovato posto sui gradini. Alcuni gruppi di studio, ben amalgamati, dentro, a sudare e studiare, sui banchi, in vista di qualche esame, altri, fuori, libri sulle ginocchia. Alcuni ancora in piedi, bicchieri in mano, intenti a scrutare il cielo e le previsioni dei quotidiani su Torino. Certo, “non ci sono piu’ le previsioni del tempo di una volta”. Cosi ricordando e cosi’ scrivendo, raccolto su me stesso, mi piego e raccolgo qualche granello di storia…

“Perché sei venuto a spostarmi da una parte all’altra con il tuo peso piuma?” Domanda la sabbia al bambino.

“Per imparare a camminare. Scalzo è meglio. Inizio estate, ancor più. Se inciampo, mi correggo e ne modifico  il movimento. Sai, quando tornerò in città e sarò cresciuto, mamma e papà mi porteranno da un ortopedico; dopo avermi visitato, la dottoressa  mi farà camminare lungo un corridoio dell’Asl, con i sandali nuovi, e così potrà  fare loro il collaudo alle scarpe. Così mi dicono.”

Perché sei tornato? “Quando terminano le scuole,  il mare rigenera. Aiuta e rinforza “le ossa”, il respiro e molto altro ancora.”

Perché continui a venire? “Per guardare l’orizzonte. Dicono che da qui l’orizzonte sia  magnifico. Il tramonto è bellissimo.  Devo fare le prove per metterlo dentro una tazza, per quando sarò grande. E allora sarà tutto mio. Dovro’ decidere solo con chi condividerlo. Ma avro’ tempo per pensarci. Per ora mi accontento di vedere cosa c’e’ di la’.” E dopo? ……disponibile a…..”stare bene”.

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Perché vieni d’inverno?DSCN3594[1] “Per vedere cosa ho lasciato l’estate scorsa.” Perché ritorni?

“Per ritrovarmi. Per ritrovarti,  perché sei soffice, morbida, accogliente  e se ti cado addosso nessuno di noi due  si sarà fatto del male. E perché sei sempre lì. Estate o inverno che sia. E poi perché sei…. moleskine… infinita. Ci si possono scrivere romanzi……. che non verranno mai letti.Dagli altri”.

Terra, sabbia, mare…esami, di maturita’, di vita. Certezza della terra di un periodo, gestito, in gran parte, ora dalla famiglia, ora dalla scuola…..mare, come inizio di una “instabilita”, molto …” avventurosa”.

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