Il caldo, l’estate hanno le potenzialità giuste per scoprire, far riscoprire e anche, ahimè, seppellire amori o metterli alla prova. La cosa più bella, tenera, delicata, accade in una giornata torrida, come quella di oggi. Un uomo, una donna, un ragazzo, una ragazza. Fermi, davanti una delle nostre belle fontane verdi, in una via torinese ad alto scorrimento. Poco distante un supermercato. Gente veloce, come accade in tutte le grandi città. La donna si china per bere, lui la guarda, l’ammira, le sorride, ammicca , si decide e osa. Lei gradisce i complimenti, li accetta e con garbo saluta. Pensava di riprendere il suo cammino. Lui le chiede di aspettare, allungando una mano, come per un invito, a restare. Solo una frazione di un minuto. Si china a sua volta, e beve. Si rianima, con un sorso d’acqua. Probabilmente non era la sete, quella sete, che lo aveva condotto li, davanti quella fontana. Beve, si rianima con qualche goccia d’acqua, come aveva fatto lei, pochi istanti prima. Si rialza, estrae un fazzoletto bianco dalla tasca della giacca e si asciuga gentilmente le labbra, si ricompone e chiede alla signora, gentilmente, in modo garbato,come solo le persone sagge, hanno l’ abitudine innata e sanno fare. Da una vita. “Solo un attimo, due parole…era un inverno fa che non vedevo il sole”. Lei gli risponde: “Ho superato da un po’ i ’60, ma dato che mi chiede di fare un po’ di luce, accetto. La fontana li ha dissetati e non ha domandato loro nulla. Si tratta solo di un po’ di luce. Sarebbe la volta dei ragazzi, occhiali da sole e berrettino calato sulla testa…fino a qualche istante prima avevano deciso di scollarsi…l’incertezza li aveva avvolti. Li ho lasciati mentre si guardavano chiaramente in viso…