“Rugby, sport degli ossimori, mischia ordinata e passare indietro per andare avanti. Ma la vita non è così? Andare avanti per guardare indietro, e avendo cura del compagno a cui passare la palla”. Torino “invasa” dallo sport. Ho appena “scartato” un paio di bellissimi libri. Non prima di aver scartato un impegno quasi quotidiano che ha avuto come effetto positivo quello di “fare rete” con un aspetto della vita che spesso e’ deflazionato:la solidarieta’. I libri. Gioele ha avuto cura, molta, nello sceglierli. Mi ritrovo tra le mani con un pacco regalo. Un dono.Il suo.
Il suo scudetto per questo campionato che nell’ultima fase di gioco ha avuto tanto da dire. Dono molto gradito. Ha avuto modo di comprendere quali siano i miei gusti, pur conoscendomi appena. “L’arte del rugby” di Spiro Zavos e “Nebbia” di Miguel Unamuno. Mi trovo, per una strana coincidenza della vita a scartare questi preziosi doni in una delle più belle piazze di Torino. “Torino capitale dello sport”. Neanche un filo di vento. Aspetto. Sapro’ aspettare. Arriverà. Tornerà. La bandiera è appena mossa dal vento. Si “spiega” nel momento esatto in cui leggo la dedica di Gioele. La piazza rassomiglia ad un vascello. La mischia, i marinai, passeggeri. Io, spettatore. Avanti, indietro. Velocemente ho il tempo di scattare la foto. Passeggiavo per trovare il posto migliore. Avanti e indietro da un po’, per cogliere quel momento in cui il “lenzuolo” si sarebbe disteso. Verifico la qualità della foto appena scattata. Non buona. La piazza era affollata, come lo è ogni giorno. Bisognava fare attenzione, “scartare” quella mischia ordinata, composta da torinesi e turisti. Anche i pensieri su piazza Castello si muovono, disordinatamente, andando avanti e indietro. Esattamente come quella coppia, poco avanti. Mani che si intrecciano, si sciolgono, si slegano. Lui, lei, tanti. Si muovono. Apparentemente in maniera ordinata, ma, son sicuro, disordinatamente. Ecco che arriva un altro colpo d’aria. “Ora o mai più“. Mi piazzo, appena sotto la bandiera e……………fatto. “Questa è buona“. E’ la piazza delle coppie, delle mani, unite ma che lasciando spazi si raccontano, in una dimensione privata. Piazza dell’amore che va, avanti, lentamente ritornando, lentamente. Leggo e rileggo la dedica. Mischia ordinata. Passare indietro per andare avanti. Andare avanti per guardare indietro.
Gioele è un bambino, ha viaggiato tantissimo. Il figlio di amici. Ha voluto farmi questo regalo, appena arrivato a Torino. Apro e riapro il libro, sotto questa bandiera. Non so se il libro sia un omaggio, a me, a Torino capitale dello sport, allo sport o se Gioele, precocemente, ha compreso le persone, il senso della vita e ne parla e me ne parla attraverso il racconto di uno sport e di una filosofia. Di vita. E me ne fa dono. E lo ringrazio. E’ un libro che riguarda la vita di tanti. Andare avanti, per guardare indietro. La sintesi: sorriso e lacrime che si intrecciano, si allacciano e si separano. Sorriso che resta. Che torna e ritorna su questa piazza, insieme al sole, una poesia di Montale…”Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida…”
Blogger ti ho riconosciuto che parlavi a Porta Susa alle 11. 45 con Bruno Gambarotta. Per caso gli raccontavi del cellulare caduto nella turca a scuola o i 50 centesimi dietro i termosifoni?fammi sapereee
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Ciao, si. Ero io, probabilmente avra riconosciuto anche lui ” blogger”. A parte gli scherzi, l’ ho salutato, si. L’ anno scorso e’ stato con noi, (accompagnavo una classe a Vernante) in treno, a farsi torturare un po’ da tanti marmocchi. E’ stato molto garbato e gentile. Come sempre. Ho avuto modo di ringraziarlo ancora. Mi trovavo li a respirare un po di….ricordi…..si viaggia anche nella memoria…..a me ognimvolta che lo, vedo mimviene in mente con la sua bicicletta e ad una gara di….torte dove era nella giuria…..un saluto……da blogger
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