Piovono libri

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Torino, piazza Castello, sotto la pioggia battente. Una magia. Atmosfera magica. Romantica. I riflessi e i giochi  di luce contribuiscono a rendere ancora più magica l’atmosfera. Sul selciato, il lucido. Poche ombre. Molti ricordi. Questi si, davvero tanti. Si addensano.  Le fermate del tram e del bus, prima, “quando c’era la rotatoria e i tram giravano intorno”.  Sembrano parole di qualche anziano ancora sospese dai tempi dei lavori. Con le quattro aiuole, i fiori poi.  Un giardino in centro. Un giardino al centro. E da che mondo e mondo, con un giardino è davvero vita. Ricordi. Memoria. Tu. Io. Noi. “Chi?” direbbe qualcuno. Così tanto di moda.  Nel politicamente scorretto. Nei pressi del centro, alcune librerie. A Torino, piove, ma piovono anche libri. E tanti. Con un libro non si è mai soli. Verissimo. Ma la solitudine è necessaria. Allo scrittore come al lettore. Entro. Libri, libri, libri. Un posto ideale. Come quel giardino del “fin dalla notte dei tempi”. Anche se, mica tanto notte. Tutto era Luce. Tutto è Luce, come un personaggio di un libro appena letto e suggerito da questa bacheca. “Un uso qualunque di te”. La bacheca con i consigli,  mi piace. Mettere un “mi piace” non sarebbe davvero una cattiva idea. Tanto per cominciare. Anche se non si compra. Ma è bella come idea. Trovare gente che legge i titoli dei libri suggeriti e da li andare nello scaffale giusto e provare a incuriosirsi.  Una idea. Ma va bene anche l’idea dei consigli: nonostante tutto quel che si sente in giro, la gente legge. E parecchio. Calligrafie diverse., suggeriscono. E la mente fantastica: era un uomo? una donna? ragazzza? ragazzo? operaio o impiegato? L’avranno letto in treno o in bus? Letti di notte? Mani, biro, provenienti da ogni dove. Lettori  che hanno già letto un libro,  e lo scrivono, per i posteri,  e autore di quello che si incontrano, sempre su di un pezzo di carta e con la carta aiutano all’incontro. Un felice incontro con ulteriori potenziali altri lettori. Da quei post-it e da quei tratti di penna si materializzano in continuazione nomi di città, nomi di donne, uomini, amori, luoghi, non luoghi, viaggi. E’ un posto, questa libreria, come tutte le librerie,  dove puoi girare il mondo stando fermo. Come una gita a Roma.E’ un continuo brulicare. Come sosteneva Dosteoevskij: in una stanza ci possono stare milioni di anime. Qui, città intere…Stupendo. E di lì a poco, alcuni personaggi fuoriescono. Cominciano a parlarci, a raccontarci, raccontarsi, amarsi, odiarsi, riprendersi,  una città, la storia da dove provengono, che poi, è proprio da quelle pagine che vengono. La loro casa. La loro dimora…e così cominciano… Una stazione, Brignole, una piazza, il capolinea dei bus. Una pensioncina, Fiume. “Fiume”. Come la vita. Una fuga, lenta, continua, fino allo sbocco naturale. Il mare. E nella fuga, incontri, tradimenti, ritorni. Ma poi, è sempre il mare che accoglie. Come una madre. Incontri. Come quando ci si parla. Personaggi che cominciano ad animarsi. E prendono il volo. Uno, scende dal treno e comincia a chiedere  ad una lei dove è il mare, e quale bus ci andrà.  “Ci andrà ancora quello snodato verso Quarto? Dove c’era il monumento. Era proprio lì che faceva capolinea. E lì restavamo abbracciati a guardare il tramonto. Dietro, le gigantografie annunciavano il prossimo concerto di Ligabue. E poi,  davanti a loro, scesi dal bus, il mare. Ci sarà ancora quella trattoria dove si potevano mangiare gli spaghetti, buoni buoni con i muscoli?“. La sera,  poi, dopo il rientro in città, con lo stesso bus, dopo aver provato a fare il bagno, una lunga passeggiata, tra gli urletti degli scolari, lungo il viale di Corso Italia e le rocce che costeggiano il mare, a mangiare un gelato, in quella piazza così grande, dove le luci illuminano tutto. Quella piazza, dove a settembre ci fanno la festa dell’Unità. Luce. Luci. Che illuminano anche i pensieri. La collina alle spalle. Il mare, le lampare, davanti. Quell’aria che ti viene incontro, che te la porti  addosso e che solo a Genova si riesce a trovare e ritrovare. Genova, col suo porto, Caricamento, i caruggi,  il faro, la lanterna, la pista con gli aerei, De Andrè……la focaccia. Genova. Ma, è vero che a Genova esiste la metropolitana?”… Brignole…Un altro personaggio, intima, ammonendomi: “Non volare via”. Mi ridesto. Forse era un richiamo. La richiesta d’attenzione. Forse voleva che scegliessi proprio quel libro. Non volare via.

Al risveglio, tra la moltitudine dei consigli dei lettori, Un suo qualunque di te, di Sara Rattaro e La memoria degli alberi, di Alice Corsi.  Dalla lavagna “consigli dei lettori”, ottima idea pensata nella libreria Coop di Piazza Castello, a Torino, “piovono” tantissimi post con  i titoli dei libri e i loro rispettivi autori.  Bellissima idea. Davvero.

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