Alcuni lettori mi hanno gentilmente richiesto se era possibile documentare con alcune fotografie la facciata della stazione Torino-Ceres, posta su Corso Giulio Cesare.
Una ex stazione a due passi dal mercato, il più grande d’Europa, Porta Palazzo e nel contempo, vicina al Serming, una scuola superiore (Steiner); stazione a due passi da un fiume, una delle due Dora. Intorno, tantissima umanità. Una Torino in continuo movimento, che non sta mai ferma. Dietro, alle spalle della stazione, Borgo Dora. Esattamente otto anni fa, una “casettina” funzionava da punto informativo della città per le Olimpiadi Invernali. Un punto strategico. Dalla parte opposta del corso, sul controviale una Chiesa. I jumbo tram, che tagliano da Nord a Sud la città, sfrecciano in continuazione. Un fiume di gente si disperde, ognuno verso casa, data l’ora. Altri, borse della spesa in mano, si prepareranno per la cena della sera. Qualche “anima” vaga direzione fiume. Il “pallone” mongolfiera staziona stancamente davanti i giardini. Qualche bambino, accompagnato dai nonni lo osserva attentamente, immaginando domani. Da lassù, Torino è ancora più bella. Oggi, resta la tristezza. Immensa. Tempi e modi non sono accordati. La scuola Holden resta sempre un sogno. Ogni giorno di più. Dietro, il Maglio. Il mercato, per domani, è in preparazione. Barriera di Milano è alle porte. Una fetta di umanità, pure. Prendo la stradina che scende, direzione Cottolengo. A destra, un cancello è aperto. Tra le case di un tempo, la stazione, anch’essa di una volta, si mostra alla vista in tutta la sua bellezza. Erano anni che non entravo. Un cartello Ogr mi accoglie. Mezzi binari e motrici e vagoni in riparazione. Sembra il set di un film. E chissà quanti ne avranno girati. Mi faccio strada. I vagoni son in aumento. Fermi. Un gruppo di ragazze e ragazze percorre la strada del ritorno. Rumori che divengono sempre più forti. Un paio di gloriose lucide del 1911-1913 sembrano in attesa. Un gruppo di operai sta lavorando. E’ un “pronto soccorso” di treni storici, d’epoca. Quanta storia, qui dentro. Ecco la stazione Torino-Ceres.Dietro, un paio di “gloriose”. Operai, volontari, rimettono a posto questi locomotori a carbone. Volontari, ci tengono a precisare.