Dopo un lunghissimo peregrinare, l’urna di don Bosco, con la “mano benedicente” è arrivata a Torino. Rintocchi di campane. Sbandieratrice e sbandieratori sotto la neve, e gente pronte ad accogliere l’urna in Duomo, sotto una abbondante nevicata. In attesa del grande rientro a Valdocco. A casa. A Maria Ausiliatrice, tra i Salesiani. Causa neve, una modifica rispetto al “rientro”. Niente più cavalli. Confermata la processione dalle 22.15 ma con percorso più breve, dalla Cattedrale alla Consolata e poi a Maria Ausiliatrice, dove si esibiranno gli artisti che avrebbero dovuto esibirsi lungo il tragitto, e dove, sempre a Maria Ausiliatrice, il Rettor Maggiore Don Pascual Chavez darà la buonanotte. Come era solito fare don Bosco con i suoi ragazzi.
Ps. Mi pare davvero importante ricordare l’attività febbrile svolta dal santo sociale per garantire e normare quei diritti nel mondo del lavoro che, in quel tempo, mancavano. Soprattutto per tutelare le fasce deboli, i giovani che si apprestavano, come apprendisti, all’attività lavorativa. Utile ricordarlo oggi, in un mondo del lavoro sommerso da una babele di contratti. Utile ribadirlo, nella nebbia odierna, dove, il lavoro non si sa più dove è di casa, e la residenza è “sdoppiata”, tra legale e fiscale.