In attesa di Diego e Marilisa. Una storia da agorà. In piazza San Carlo

DSC00018DSC00020Continua ad appassionare la storia di Diego e Marilisa. Si discute, se ne parla, se ne scrive, si lasciano biglietti, nei pressi della Biblioteca, e di qualche altro luogo pubblico. Anche se La Stampa non ci fornisce ulteriori notizie. Pare lì, Diego,  in attesa, vestito di bianco, su di una panchina bianca, non imbiancata. Una di quelle panchine che fanno da perimetro, da cornice  ad uno dei tanti giardini torinesi, tra via Cernaia e via Pietro Micca. Un quadro, con tanti disegni. Cuori in ogni dove. Ogni tanto lo sferragliare di qualche tram risveglia quanti provano ad estraniarsi e provare a pensare: chi all’amore, chi al lavoro. Questo spicchio di città rassomiglia ad alcuni giardini parigini. E il bianco la evoca, anche per le cene, “in bianco”, nate proprio nella “ville lumiere” e adattate anche nella nostra città. Una figura maschile, bianca. Speriamo non imbiancata dall’attesa e nell’attesa di Marilisa.  Chi lo ha visto racconta che la sua mano racchiudeva una rosa, l’unica cosa colorata. Bianco, come l’amore, immacoltao. E questa storia, un po’ di purezza, a dire il vero, la passa. In attesa. Altri, sostengono diversamente: “quando una storia termina, non resta che..”attaccarsi” al tram”. Al centro di questa storia, e di questa “agorà”, per il momento in forma virtuale, in ogni caso restano loro: Diego e Marilisa. Una storia da libro Cuore. Una storia di piazza, come la torinese piazza San Carlo, che riflette, in questi giorni, e fa riflettere riflettendosi.  Come specchiarsi. O rispecchiarsi. In ogni caso, attaccarsi al tram, in questi giorni, a Torino, non è semplice. Uno dei tanti tram, ad esempio, il 13, è sdoppiato, anzi, raddoppiato, almeno in centro. Poi, il bus. E, al centro, come si sa, esiste sempre in ciascuno di noi un cuore. Che batte.

Dall’altra parte del giardino, oltre i cani che si rincorrono e qualche bimbo che gioca, qualcuno, nel decimo anniversario della scomparsa legge un libro. Di Norberto Bobbio.

3 pensieri riguardo “In attesa di Diego e Marilisa. Una storia da agorà. In piazza San Carlo”

  1. La storia di Diego e Marilisa ha fatto sognare qualcuno anche qui “al Sud”. Soprattutto qualcuno che sta cercando di capirci qualcosa, sull’Amore e su ciò che rappresenta nella vita di ognuno di noi. Sempre che ci sia qualcosa da “capire” o piuttosto non si tratti semplicemente di “sentire”, o forse tutte e due le cose. Perchè l’Amore è così bello che si realizza attraverso il corpo e la mente, le sensazioni e le scelte. Un’intimità completa.
    Ci fanno sognare anche gli scorci di Torino che “dipingi” con le tue parole!!!
    Complimenti!

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  2. E anche la mano, quella senza rosa, lascia intendere la sua attesa, come se lui fosse già pronto per riabbracciarla. E ricominciare tutto da capo.

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  3. Ci sara’ da allertare negozianti e bancarelle di fiori. Manca poco e ci sara’ da scommettere che il nostro giornale “sguinzagliera’” qualche cronista, alternandoli su piu turni, per presidiare la zona Rai di Torino, il suo cancello, dovve venne ritrovata rosa e lettera e Mole Antonelliana, dove su quel terrazzo Diego e Marilisa si scambiarono il loro bacio. Ando’ veramente cosi? Allora, buon presidio, buoni temi per i ragazzi della scuola e…buona storia….da leggere e commentare.

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