Prendendo spunto da La Stampa del 24 dicembre, “ci riproviamo?”, un grido lentamente si alza nella nostra città, nella nostra comunita. Diego e Marilisa, riprovateci! In fondo, nelle nostre vite, siamo un po’ tutti Diego e Marilisa. Con le nostre pene, sofferenze, amori, tradimenti, la voglia di amare, l’inizio, la fine, notti accorciate dall’insonnia e dal battito del cuore, per un pensiero caro, all’amata, all’amato. All’idea. Diego, la fedeltà di un amore, Marilisa, la finitudine dell’essere umano. Forse. O forse non è andata proprio così. Non lo sapremo mai. Un amore lasciato al cancello. Nello stesso luogo in cui, come abbiamo letto sul quotidiano torinese, questa mattina, era stata deposta una rosa per celebrare un anniversario, un amore, aspettato, per una vita. Sofferto, sospirato, sognato, e vissuto. Sapore di un bacio, non lo dimentichi, cantava Raf. Se poi lo aspetti per una vita….e probabilmente, per Diego è stato così. Una rosa, lasciata in omaggio ad un amore, oggi, la narrazione di quell’amore, da fatto privato, è diventato pubblico. Tutti, vorremmo amare ed essere amati. In questo periodo, poi, certe solitudini si fanno forti. Ma che succede dopo che quella lettera è divenuta pubblica? Diego sarà riuscito a mettersi in contatto con Marilisa? Era questo forse l’intento? Forse no. Forse solo l’omaggio ad un amore talmente forte, da non essere comprese. Lì, capannelli di ragazzi, ragazze, signori, signore, passano, si soffermano, prima o dopo il Museo del Cinema o dell’entrata alla Mole, leggono il foglio di giornale, commentano. “Forza Diego” è l’urlo di molti. Siamo tutti Diego e Marilisa. Chi non è stato lasciato, nella vita? Chi non ha amato, anche solo un istante e poi, basta, per tutta la durata della sua vita? Complimenti a tutti i torinesei e turisti, giunti sotto la nostra città, che per il breve momento di lettura di quell’articolo, lo hanno fatto proprio, interiorizzandolo, empaticamente. Non si schierano, ma ripensano l’amore, lo riempono di contenuti. E allora, cosa pensare? cosa dire? Grazie Diego, che ci hai donato questa possibilità, questi attimi di riflessione. Hai fatto tornare in mente, comunque vada la storia, il Vangelo di Giovanni. “Non importa dove semini (l’amore), e non preoccupiamocene. La raccolta, la mietitura, potrà avvenire anche lontanissimo da noi”. Diego, osserva il tuo nobile sentimento come è guardato, colto e ripensato.
Diego, Marilisa, riprovateci.
…ho letto …letto…e riletto l’articolo su ‘marilisa e diego’…li chiamo per nome,come se fossero miei amici,poichè,la loro storia appartiene anche a me, come a tutti coloro che si immedesimano in questi due cuori, in questo AMORE che meriterebbe avesse un seguito…un amore vissuto in silenzio,ma un amore che urla forte…è la voce di Diego che tenacemente e fedelmente ripete il rituale,ogni anniversario del giorno in cui conosce, marilsa,se ne innamora,forse per la prima volta e si scambiano quel bacio che si imprimerà come un marchio a fuoco nella mente e nel cuore di diego…e marilisa? avrà pensato ancora a quel bacio?…a Diego?…non si sa! ma ormai questa storia è entrata a far parte dei miei “perchè”…e sono tanti!…è raro riconoscere una fedeltà così forte…quasi devota……..prendendo spunto dalla frase di un amico che menziona il vangelo di Giovanni,sull’amore…mi piace aggiungere quel che disse l’apostolo paolo nella prima lettera ai corinti che parla dell’amore…….l’amore è fedele………marilisa, perchè non riprovaci?……commossa per la storia di marilisa e Diego,…spero in un bel seguito……..tifo per loro!
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Complimenti Romano, di cuore, per come hai trattato la storia di Diego e Marilisa. Mi chiedo se non meriterebbe una rubrica ad hoc?
“Diego e Marilisa”: riprovateci!
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Giunto alla soglia dei 45 anni, mi dovevo commuovere per una storia di due adulti che amano come dei bambini!!!
Il povero Diego è alquanto anacronistico nei tempi odierni – o forse no! – visto il suo non considerarsi/non essere persona cosiddetta “normale”.
Lasciare un fiore e una lettera ogni anno il giorno dell’anniversario del loro amore coinciso con il suo primo bacio, già 36-enne, potrebbe ricordare il cane che, morto il padrone, dorme sulla sua tomba o vi ritorna spesso o in delle date particolari. L’uomo sa amare come un cane, l’amico più fedele che egli possa avere, – è cosa rara, ma Diego ama Marilisa ancor di più. La ama anche del solo ricordo del bacio, a sua insaputa e per questo merita che ella sappia.
Come si può spiegare a noi persone razionali tutto ciò? non saprei rispondere.
Dovresti avere una rubrica da dirigere. E, forse la razionalità scemerebbe e i cuori dormienti si sveglierebbero per aprisi a tutte le Marilise del mondo che corrispondono i veri amori.
Comunque mi auguro che Diego e Marilisa ci riprovino! Buon anno 2014 a embrambi.
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carissimo romano, molte sono le immagini che mi passavano per la mente mentre leggevo questo articolo – tre soprattutto – quelle fondamentali direi – le incollo qui sotto, nell’ordine dell’apparizione alla mente:
paolo, prima lettera ai corinzi.
nietzsche, la gaia scienza (af. 341. il peso più grande)
…
Was wär ich ohne dich gewesen?
Was würd ich ohne dich nicht sein?
Zu Furcht und Angsten auserlesen,
Ständ ich in weiter Welt allein.
Nichts wüßt ich sicher, was ich liebte, 5
Die Zukunft wär ein dunkler Schlund;
Und wenn mein Herz sich tief betrübte,
Wem tät ich meine Sorge kund?
traduzione:
Cosa sarei stato senza di te?
Che cosa non sarei senza di te?
Solo starei, in un vasto mondo,
In preda alla paura e alle angosce.
Non saprei di sicuro niente di che cosa io ami, 5
Il futuro sarebbe un cupo abisso,
E se il mio cuore nel profondo si turbasse,
A chi potrei dire la mia cura?
…
San Paolo, Prima Lettera ai Corinzi: «E ancora vi voglio mostrare la via per eccellenza (hyperbolén hodón). Se parlo la lingua degli uomini e degli angeli, ma non ho amore (agápe), sono bronzo echeggiante o cembalo risuonante. Se ho profezia e conosco tutti i misteri e tutta la conoscenza e se ho tutta la fede (pístis) così da trasportare i monti, ma non ho amore, sono un nulla (outhén eimi). Se impegnassi tutti i miei averi per nutrire i bisognosi e se consegnassi il mio corpo perché io sia bruciato, ma non ho amore, a nulla mi giova» (13, 1-3). «Ora restano fede, speranza e amore, queste tre grandezze, ma la più grande è l’amore. Perseguite l’amore» (13, 13). «Tutte le vostre azioni si facciano nell’amore» (pánta hymôn en agápei ghinéstho) (16, 14).
….
La Gaia Scienza
Libro Quarto
341.
Il peso più grande. Che cosa accadrebbe se un giorno o una notte nella più solitaria delle tue solitudini si insinuasse un demone e ti dicesse: «Questa vita che vivi adesso e che hai vissuto, dovrai viverla ancora innumerevoli volte; e non ci sarà niente di nuovo, in essa, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro e tutto quello che in essa c’è di indicibilmente piccolo e grande deve tornare, e tutto nella stessa sequenza e successione – persino questo ragno e questo chiaro di luna tra gli alberi, e persino questo istante e io stesso. L’eterna clessidra dell’esistenza viene girata di continuo -, e tu con essa, infimo granello di polvere!». Non ti getteresti a terra e digrigneresti i denti e malediresti il demone che parla così? O hai già vissuto un attimo di immensità in cui gli risponderesti: «Tu sei un dio, e mai ho udito parole più divine!». Se quel pensiero si impadronisse di te, come sei adesso, ti trasformerebbe, forse stritolandoti; la domanda «vuoi che tutto ciò accada ancora una volta, innumerevoli volte?» sarebbe il più grande peso mai gravato sul tuo agire! Oppure, quanto dovresti essere ben disposto nei confronti di te stesso e della vita, per non desiderare nient’altro che quest’ultima, eterna conferma, questo sigillo?
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