Una mattina presto al mare

“Il piu’ bello dei mari/è quello che non navigammo…”(Nazim Hikmet)

Stupendo quello che il mare e la spiaggia di questo posto regalano al mattino presto. Mentre alcuni operatori ecologici puliscono con cura quello che mano d’uomo pone distrattamente su di una bellezza così rara, altri, ragazzi,  corrono, altri ancora posizionano ombrelloni (anche se, a dire il vero, oggi, non ve ne sarebbe bisogno, almeno fino ad ora), così, tanto  per essere primi e non doversi contendere con forza centimetri di sabbia,  poca, a disposizione di tutti. Alcuni salgono su barchette e si allontanano lentamente in mare, altri arrivano, raccontando storie….Uno prova, con coraggio prova a tuffarsi in mare, per essere immortalato da un amico con una foto da posizionare su facebook….il tutto mentre alcune goccioline d’acqua cominciano a scendere dal cielo. Strano, questo, davvero.

Scopro così il mare come metafora della vita, attraverso le partenze le rotte e gli approdi, e il vento, che gli concede forza e scrive come un pennino incerto, dalla calligrafia infantile, sulla sabbia, sentimenti ed emozioni, alcune volte tremolanti, altre piu’ marcati.  Ma il mare, con le sue onde, così diverse l’una dall’altra, induce a pensare e riflettere sulla marea di libri, di letteratura, che da millenni  ci narrano vita, dipanata e altenrati tra  successi e sconfitte. Ogni onda non è uguale all’altra…..e ognuna ci ricorda l’intreccio di vicende…….alzo gli occhi e scruto sconfinati orizzonti, abbasso gli occhi e intravedo profondità abissali……….E’ la vita. E’ il mare. Da amare.

Mattino presto tra Torre Lapillo e Porto Cesareo, Lecce, Salento

“Il piu’ bello dei mari è quello che non navigammo. Il piu’ bello dei nostri figli/non è  ancora cresciuto./ I piu’ belli dei nostri giorni/non li abbiamo ancora vissuti. E quello/ che vorrei dirti di piu’ bello/non te l’ ho ancora detto”.

(poesie d’amore, trad. di Joyce Lussu, Mondadori, 1963).

1 commento su “Una mattina presto al mare”

  1. All’ombra di una delle tante torri, musica in sottofondo…….Negramaro…….una canzone in particolare, davanti ad un buon caffè Quarta, che si taglia con “il coltello”talmente è buono e spesso….
    “Ho sentito dire che c’è un matto……….e non sa coltivare se non dentro la sua testa vuota….ho sentito dire che quel matto …..e non si da mai pace…..un cappello piu grande e un paio di mani piu’ attente!”…..stupenda…..

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