Finalmente Primavera. Il risveglio della natura. Alberi fioriti, bianchi. Panchine. Gente che va, viene, si siede. Cresce. Sonja. Ieri,oggi, domani.
Volevano parlare, ma non potevano. Nei loro occhi c’eran delle lacrime. Eran tutt’e due pallidi e scarni; ma in quei volti malati e pallidi già splendeva l’aurora di un avvenire rinovellato, di una completa risurrezione per una nuova vita. Li aveva risuscitati l’amore, il cuore dell’uno, racchiudeva infinite fonti di vita per l’altro.
Si prefissero di aspettare e di avere pazienza……..
Sotto il suo capezzale c’era il Vangelo. …Quel libro apparteneva a lei, era quello stesso in cui gli aveva letto della risurrezione di Lazzaro. ….”Possono mai le sue convinzioni non essere ora anche le mie? I suoi sentimenti, le sue aspirazioni almeno?….”
Ma qui comincia una nuova storia, la storia del graduale rinnovarsi di un uomo, la storia della graduale rigenerazione, del suo graduale passaggio da un mondo in un altro, dei suoi progressi nella conoscenza di una nuova realtà, fino allora completamente ignota.
Questo potrebbe formare argomento di un nuovo racconto; ma il nostro racconto odierno è finito. (Delitto e castigo, Dostoevskij).
E ognuno ha il suo, da raccontare. O custodire.