Buon compleanno, Statuto dei Lavoratori. Ieri, professori universitari, politici, studenti universitari e molti altri hanno partecipato presso la Sala Rossa del Comune di Torino a rendere vivo lo Statuto dei Lavoratori, nato il 20 maggio del 1970. Un cammino iniziato già anni prima. Una legge sotto continui attacchi. Da difendere. Da estendere. Con lo Statuto dei Lavoratori, la Costituzione entra in fabbrica, luogo inteso come posto di lavoro. Pensare al prima che entrasse in vigore e pensare al dopo. Pensare a quell’anno, il 1970. Ripensare alla primavera di quell periodo, e all’autunno successivo, durato 35 giorni, e all’inverno successivo, che stenta a terminare. Spesso, da precario della scuola, nella mia “fabbrica” fatico a pensare che la Costituzione sia entrata in quelle mura. Si lavora in edifici fatiscenti. Troppo freddo, troppo caldo. Muri scrostati, servizi che non funzionano e che non vengono riparati. Porte non funzionanti. Non entra la Costituzione e da precario potrei uscire, insieme a tantissimi altri con un solo cenno, come avveniva un tempo. Ma il tributo piu’ grande lo hanno ricevuto gli oratori che hanno contribuito con le loro lotte a rendere vivo lo Statuto. Che brividi. Il nostro grazie non sarà mai abbastanza grande.
Un altro grazie al ricordo di come era prima della promulgazione dello Statuto dei Lavoratori, il mondo del lavoro, con le schedature degli operai. Informazioni dei propri dipendenti, raccolte ed archiviate.
Rimando alla lettura del libro di Bianca Guidetti Serra, così, per farsi una idea, di come era il prima.
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Attualità delle analisi e proposte del compagno segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero